L’allarme

Reggio, nidi di processionaria alla pineta Zerbi. L’esperto: «Rischi per animali e bambini, s’intervenga»

VIDEO | L'area mostra i primi segni dell'aggressione dell'insetto distruttivo. Salvatore Furci, dottore in scienze forestali: «Un peccato perdere questo patrimonio arboreo tipico del nostro Lungomare»

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di Anna Foti
18 marzo 2022
08:00

Ha iniziato ad aggredire gli alberi presenti nella pineta Zerbi, nella zona del Waterfront a Reggio Calabria, il parassita che in questa fase del suo ciclo biologico ha la forma del bruco. Dopo essersi nutrito delle foglie necrotizzando parte delle chiome dei pini e avere trascorso l'inverno in nidi sericei bianchi come zucchero filato, sta fuoriuscendo nuovamente, scendendo appunto in processione lungo il tronco (da qui il nome di processionaria) per interrarsi e avviare il nuovo ciclo produttivo. Rifiorirà come farfalla notturna, come falena d'estate.

Processionaria, i rischi

«Il suo nome scientifico è thaumetopoea pityocampa ed è un insetto dell’ordine dei lepidotteri che osserviamo d'estate, quando come farfalla adulta fuoriesce dal terreno per andare a colonizzare le conifere, a deporre fino a trecento uova in particolare sugli aghi dei pini, ma esiste anche una specie che depone sulle querce. Esso ormai nidifica anche nelle zone antropizzate come questa. Complici il surriscaldamento del pianeta con l'alterazione del corso naturale delle stagioni e la mancata cura del verde, che ne avrebbe consentito tempestivamente l'individuazione, esso ormai trova anche qui le condizioni favorevoli per proliferare», ha spiegato Salvatore Furci, dottore in scienze forestali.


I pericoli per bambini e animali

Proprio in questa fase il rischio può riguardare le persone, soprattutto bambine e bambini che frequentano l’area, e i cani sovente portati lì a passeggio e poi riportati a casa. Gli esperti consigliano di vigilare. Gli insetti si muovono in fila ma possono anche farlo isolatamente ed essere visti solo prestando adeguata e massima attenzione.
«Questi bruchi hanno una folta peluria urticante che contiene istamine altamente tossiche che possono essere pericolose per l'organismo umano e animale e causare irritazioni cutanee. Le conseguenze sarebbero anche più serie se i peli dovessero raggiungere le mucose di occhi e polmoni. Le condizioni climatiche ventose possono favorire lo spostamento di questi peli urticanti», ha spiegato ancora Salvatore Furci.

I rischi per il patrimonio arboreo

Ovviamente il rischio riguarda anche il patrimonio arboreo, che già porta i segni di questa prima stagione di aggressione. Non si tratta dell'unico sito a Reggio poiché la presenza di "processioni" e pini depauperati di fogliame è stata segnalata anche nella zona Sud, sul viale Messina, e nella zona nord al parco Caserta.


«Per quello che posso osservare, in questa pineta al momento ancora non vi è un allarme per il patrimonio arboreo. Ma, in assenza di interventi, vi sarà. Le parti necrotizzate dei pini sono circoscritte, ma ovviamente bisogna agire. Sono diversi i metodi di contrasto che operatori competenti, utilizzando tutti i dispositivi di protezione, possono mettere in atto nelle diverse fasi del ciclo biologico. Si tratta di una parassitosi particolarmente infestante se non fermata in tempo. Sarebbe veramente un peccato perdere questo patrimonio arboreo, tipico del nostro Lungomare. Certamente, sarebbe il caso di pensare anche ad altro tipo di alberi per le aree verdi future», ha concluso Salvatore Furci, dottore in scienze forestali.

 

Giornalista
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