Dentro la Notizia

Acquaformosa come Riace, così l’accoglienza e l’integrazione possono aiutare i paesi calabresi a non scomparire

I piccoli borghi rischiano la "chiusura" per spopolamento, ma il modello offerto dalla comunità arbëreshë del Cosentino può diventare punto di riferimento per innescare processi virtuosi, salvando le economie di posti altrimenti destinati all'estinzione

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di Redazione Attualità
6 marzo 2024
16:17

Ripartire dal modello Acquaformosa ed esportarlo in tutta la regione. I piccoli borghi calabresi rischiano la “chiusura” per spopolamento, un fenomeno sottovalutato ma che erode come un tarlo intere comunità, impoverendole. Sugli schermi di LaC Tv, nella puntata odierna del format “Dentro la Notizia” condotto da Pier Paolo Cambareri, è stato nuovamente affrontato il tema della desertificazione graduale dei comuni dell’entroterra, uno spaccato sociale rispetto al quale, a livello centrale, non sono mai stati assunti provvedimenti concreti nonostante rappresenti una piaga destinata a segnare profondamente il futuro della Calabria.

Dopo la distruzione del “Modello Riace” e del suo Villaggio globale, assurto agli onori delle cronache di tutto il mondo, è la comunità arbereshe cosentina di Acquaformosa a incarnare con le sue esperienze decennali l’esempio cui fare riferimento per innescare processi virtuosi. E infatti, ai microfoni dell’inviato Salvatore Bruno, si sono alternati l’ex sindaco Giovanni Manoccio e la vice presidente dell’associazione “Don Vincenzo Matrangolo”, Lidia Vicchio, per rappresentare in maniera evidente le peculiarità e la funzionalità del sistema di accoglienza messo in piedi negli anni che ha portato a un triplice risultato: mantenere vivo attraverso le politiche di accoglienza e integrazione il comune, salvare i servizi essenziali (a partire dalla scuola) e produrre economia reale assicurando un lavoro a ben 140 persone. Il bilancio dell’associazione, non a caso, è passato da poche migliaia di euro a ben 4 milioni tutti riversati nel campo dell’integrazione intesa a 360 gradi. Una politica che è finita, nonostante i risultati tangibili, nel mirino di attacchi a volte strumentali e ideologici.


Tra gli ospiti anche il giornalista e scrittore (nonché conduttore di fortunati format televisivi su LaC) Franco Laratta, da tempo impegnato su questi temi. Diversi i contributi integrativi con le voci del sindaco di Cerzeto Giuseppe Rizzo e dall’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, che ha rilanciato ai microfoni di Ilario Balì la sua volontà di tornare in campo (a partire dalle Europee) per ricostruire il suo Villaggio globale ed esportarlo su tutto il continente. Significativa, anche, la testimonianza di Rachele Lotito del Centro minori “Lanzino” sempre attivo ad Acquaformosa.

Una puntata a più voci, e con contributi multilivellari tutti tesi a dimostrare, numeri alla mano, la grande opportunità legata ai flussi migratori anche alla luce della carenza di manodopera che le aziende calabresi del settore agricolo e dell’edilizia iniziano a lamentare. Un’opportunità su cui anche la Regione Calabria dovrebbe iniziare a riflettere, rivendendo le priorità fissate sinora.

 

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