L’intervista

Il più grande meeting sull’innovazione digitale ha le sue radici in Calabria: «Questa è una terra di connessioni»

VIDEO | Si chiama Wmf - We Make Future - e nella scorsa edizione a Rimini ha registrato oltre 60mila presenze da 85 Paesi. Ma tutto nasce a Monasterace dalla passione e il talento di Cosmano Lombardo e Giorgio Taverniti

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di Tonino Raco
1 ottobre 2023
18:04

Due giovani imprenditori calabresi - Cosmano Lombardo e Giorgio Taverniti -, una grande passione per l’innovazione e il sogno di realizzare qualcosa capace di essere utile per gli altri. Mettendo tutto assieme si ottiene il WFM - We Make Future, uno dei più grandi festival sull’innovazione digitale del pianeta. Una manifestazione con cadenza annuale che nel corso dell’ultima edizione svoltasi a Rimini a giugno ha registrato oltre 60.000 presenze da 85 Paesi, riunendo più di 1.000 speaker internazionali e ospiti, oltre 2.000 tra startup e investitori e più di 670 espositori. 

Una piattaforma che abbraccia molteplici temi, dall’intelligenza artificiale alla lotta alla mafia, fino all'accessibilità e alla sostenibilità, discussi con ospiti illustri; tra questi, nell’edizione 2023, l’inventore del Web, Tim Berners-Lee e Jerry Kaplan, inventore del tablet. Tutto è però partito proprio dalla Calabria e da due amici d’infanzia, cresciuti a Monasterace, che dal 2007 hanno iniziato a realizzare eventi gratuiti di formazione su come utilizzare internet e il digitale per la promozione turistica. Una storia che ci siamo fatti raccontare direttamente da Cosmano Lombardo in un’intervista ai microfoni di LaC News24.


Cosmano, sei fondatore di un importante gruppo aziendale e ideatore di una sempre più grande fiera internazionale. Com’è cominciato tutto?
«Tutto è cominciato nel 2007, quando insieme ad un amico d’infanzia, Giorgio Taverniti, abbiamo deciso di realizzare quelli che erano un po’ i sogni da bambini: essere utili in qualche modo per gli altri. Giorgio nel 2004 ha fondato Forum GT, la più grossa community ai tempi dedicata ai webmaster; io invece lavoravo per il ministero degli Affari esteri ma non mi sentivo soddisfatto. Sono rientrato in Italia dopo un progetto in Argentina e abbiamo deciso, assieme a Giorgio, di fare cooperazione allo sviluppo qui da noi e nel 2007, partendo dalla community che lui aveva fondato, abbiamo realizzato il primo evento gratuito - a Pizzo Calabro - su come utilizzare internet e il digitale per la promozione turistica. Eravamo 13 persone. Terminato il primo anno di eventi gratuiti non sapevamo come rifare gli eventi. Ci chiedevano della consulenza e quindi abbiamo deciso di fare consulenza per avere del budget e portare avanti l’attività di formazione gratuita. Anno dopo anno gli eventi crescevano e abbiamo deciso di creare, assieme ad Andrea Pernici, un’azienda: Search On Media Group. Ad oggi Search On porta avanti una serie di business unit e gran parte degli introiti li riversiamo sui vari territori realizzando eventi gratuiti, cecando di supportare le varie realtà e, all’interno di questo contesto, il WMF - We Make Future va a concretizzare la nostra visione del presente e del futuro». 

Il WMF ha raggiunto ormai un successo globale, come nasce questa manifestazione?
«Il WMF nasce da un’idea che era quella di provare a mettere insieme tutte le realtà italiane che avevano la medesima visione del mondo, cioè concepire la tecnologia e il digitale alla luce degli impatti sociali che potevano andare a generare. Dagli eventi gratuiti che realizzavamo in Italia ci veniva avanzata la richiesta di creare un punto di incontro. Quindi nel 2014 abbiamo fatto a Roma il Festival del Web Marketing, l’anno successivo abbiamo fatto il Web Marketing Festival, dopodiché nel 2019 abbiamo concretizzato quella visione iniziale che avevamo e abbiamo trasformato il Web Marketing Festival in We Make Future, diventando quello che è oggi: un acceleratore di innovazione, di cultura, di digitalizzazione, integrazione e inclusione per provare a unire le menti che vedono il mondo in modo diverso rispetto a quello che è attualmente». 

C’è stato un momento in particolare in cui ti sei reso conto di aver realizzato qualcosa di così grande?
«Il momento in cui abbiamo capito che il WMF poteva essere realmente uno strumento al servizio del Paese è stato nel 2019, quando abbiamo iniziato a trattare temi che andavano oltre la tecnologia e il digitale. Temi come la lotta alle mafie o quello dell’integrazione. Le iniziative di quell’anno hanno generato un impatto molto positivo che ci ha fatto comprendere che potevamo trattare tutti i temi connessi all’innovazione. Dopodiché, due anni fa, è partito questo percorso di internazionalizzazione della manifestazione che ci sta vedendo attivi in più Paesi e in tutti i continenti. Quindi la grande risposta anche del pubblico internazionale ha sicuramente dato una spinta in più e maggiore consapevolezza di quello che può essere la manifestazione».

Che legame c’è tra l’attività che portate avanti e la tua terra d’origine?
«Tutto ciò che stiamo facendo al WMF, ma non solo, è una rappresentazione dei nostri valori, di ciò che abbiamo vissuto da piccoli nella nostra terra: l’accoglienza, la convergenza di più temi, di più mondi. La nostra terra unisce il mare e la montagna, crea connessioni. Essere a supporto l’uno dell’altro è ciò che guida la nostra azione. Stiamo sviluppando delle progettualità nei piccoli centri italiani e anche in Calabria. Abbiamo realizzato il Festival dei Borghi Mediterranei a Monasterace, una progettualità che vuole vedere partecipi e attivi tutti i borghi del Mediterraneo, così da presentarsi al mondo e raccontarsi. È una manifestazione che è collegata anche al WMF perché tutte le realtà che quest’anno hanno preso parte al Festival dei Borghi Mediterranei arriveranno poi al WMF a Rimini. Cerchiamo quindi di dare lustro alla nostra terra, di raccontarla, di presentare le progettualità nate nel nostro territorio e metterle in connessione con il resto del mondo». 

Quest’anno poi, sempre a Monasterace, avete realizzato una summer school che ha visto come tema l’intelligenza artificiale, giusto?
«Sì, diciamo che l’intelligenza artificiale ma anche l’utilizzo del digitale oggi è centrale per le imprese, per i cittadini, per le pubbliche amministrazioni. Dal 2015 realizziamo in Calabria questa summer school, negli anni passati il tema era il digitale per lo sviluppo e la promozione turistica, quest’anno abbiamo abbinato l’intelligenza artificiale. Abbiamo avuto circa 50 partecipanti, rappresentanti di aziende che sono arrivati qui nel nostro territorio e che stanno sviluppando anche una progettualità che verrà presentata all’Unione Europea. I partecipanti di questa summer school, oltre a formarsi, hanno avuto modo di utilizzare gli strumenti messi a loro disposizione come i vari tool digitali e l’intelligenza artificiale così da poter presentare le loro proposte».

Avete in mente dei progetti futuri che vedranno coinvolta la nostra regione?
«I progetti futuri per la Calabria sono molti. Anni fa abbiamo sviluppato una progettualità che si chiama Habitat e che ci vede presenti in 45 piccoli centri italiani, ad oggi in Calabria sono pochissimi i territori interessati da questa progettualità, quindi abbiamo intenzione di diffonderci ulteriormente per dare supporto e cercare di accelerare i territori fornendo formazione gratuita sull’intelligenza artificiale, sull’inclusione, sulla sostenibilità ambientale e sul digitale. C’è poi una collaborazione con il Comune di Monasterace in virtù di un bando del Pnrr, la linea B. Abbiamo sviluppato questo progetto con tutta una serie di attori e Monasterace è arrivato primo in Calabria. Il progetto si chiama Mor - Monasterace Open Resource Experience - e vedrà tre anni di attività, di iniziative, che vanno ad abbinare la valorizzazione culturale con l’innovazione tecnologica e digitale. Vorremmo inoltre potenziare il Festival dei Borghi Mediterranei e sviluppare una grande manifestazione sull’innovazione qui in Calabria. Questo è uno dei punti fissati da qualche anno, cercheremo quindi, da qui a due anni, di sviluppare questa manifestazione sul nostro territorio. Infine speriamo di avere una nutrita presenza di realtà della nostra terra anche al WMF di Rimini vista la presenza di più regioni, di delegazioni di imprese, di startup che provengono da più regioni. Sarebbe molto bello provare a lavorare a stretto contatto con la Regione Calabria e con i vari territori per portarli a Rimini insieme a tutti gli altri». 

Cosa c’è da aspettarsi per la prossima edizione di We Make Future?
«La prossima edizione del WMF sarà un’edizione sempre più internazionale dove vedremo delegazioni di più paesi ritrovarsi in Italia, che sarà nuovamente la capitale mondiale dell’innovazione. Oltre a questo avremo sicuramente come tema centrale quello dell’intelligenza artificiale ma la più grossa novità sarà quella di vedere presenti scuole provenienti da tutta Italia ma anche dall’estero. Lo scorso anno abbiamo avuto 150 studenti che sono arrivati dalla Colombia. Stiamo continuando a coltivare questo tipo di relazioni per vedere imprese, startupper, giovani e studenti lavorare insieme per la costruzione di un futuro migliore. Questo è sicuramente ciò che fa ben sperare per la prossima edizione del WMF».

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