L’intervista

Accoglienza e integrazione, il Cidis di Cassano da 15 anni al servizio dei migranti

Intervista alla responsabile del Centro Debora La Rocca che ci ha raccontato la sua attività: «La nostra non è pietas, abbiamo il dovere di garantire un diritto»

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di Mariassunta Veneziano
19 marzo 2023
14:00

Il centro polifunzionale Kosmopolis è un ex mattatoio a due passi dal teatro e dal palazzo comunale di Cassano. È stato ristrutturato un po’ di anni fa con finanziamenti del Pon Sicurezza. Oggi è una struttura accogliente, con foto appese alle pareti che raccontano un granello di quel tanto che questo posto racchiude. 

Il resto ce lo racconta Debora La Rocca, responsabile del Cidis che qui ha una delle sue sedi cittadine. L’altra è in corso Cavour, nel cuore di un centro storico che, come tanti, tutti i nostri centri storici, soffre di spopolamento e abbandono. È qui che, sedute una di fronte all’altra, parliamo.


Cidis è l’acronimo di Centro di informazione, documentazione e iniziativa per lo sviluppo. È una onlus nata a metà degli anni ’80 in Umbria che col tempo ha messo radici in altre tre regioni: Campania, Lazio e, da ultima, Calabria. A Cassano è attiva da 15 anni, con ramificazioni in diversi centri della Piana di Sibari. «Facciamo accoglienza diffusa sul territorio – dice Debora La Rocca – e per questo è per noi fondamentale collaborare con i Comuni e la cittadinanza: il percorso di integrazione deve essere condiviso».

Al Cidis di Cassano, nel 2018, appena maggiorenne, è arrivato Yaya Karambiridi cui abbiamo già raccontato la storia. Yaya è uno dei tanti passati di qui e uno di quelli che qui sono rimasti. Uno dei tanti che si sono sentiti accolti. Accoglienza è la parola chiave. Gli operatori gestiscono il progetto che rientra nella rete Sai ma anche servizi rivolti alla popolazione migrante.

Partiamo dal posto in cui ci troviamo: il centro storico di Cassano. Ha un ruolo importante in quello che fate ma in realtà l’utilità è reciproca.
«Qui c’è un patrimonio immobiliare enorme, ma spesso si tratta di edifici vuoti. È la piaga dello spopolamento che colpisce tutti i centri storici e che porta con sé anche una carenza di servizi. Noi abbiamo lavorato per creare un’offerta alloggiativa per i migranti che fosse per loro sostenibile economicamente e allo stesso tempo capace di creare guadagno per i proprietari di case ormai disabitate. Ovviamente deve trattarsi di soluzioni dignitose per chi va a viverci. I migranti ci arricchiscono, i nostri paesi che si spopolano trovano motivazioni e risorse per andare avanti. E poi ci portano una cultura diversa grazie alla quale le nostre realtà non sono più chiuse ma si aprono al mondo».

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