Solidarietà

Una carezza per chi soffre (anche) a Natale. OncoMed in corsia a Cosenza: «Ogni giorno vediamo la paura e la speranza»

Eventi a fine anno per dare sollievo ai pazienti oncologici. Francesca Caruso: «È stato un anno difficile e i reparti sono in affanno. Le istituzioni dovrebbero mostrarsi più vicine»

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di Franco Laratta
26 dicembre 2023
14:15

È Natale anche per gli ammalati, soprattutto gli ammalati particolarmente gravi. Francesca Caruso con la sua OncoMed anche per le feste di Natale ha pensato ai malati oncologici, sia quelli che assiste la sua associazione, sia quelli ricoverati in ospedale. Con lei parliamo del Natale degli ammalati e dell’anno che sta finendo. Troviamo Francesca fra le corsie dell’ospedale di Cosenza, nel momento in cui ha organizzato un piccolo evento con i pazienti, per strappare loro un sorriso.

«Questo è stato un anno difficile. Purtroppo le diagnosi di tumore sono in aumento e i reparti in affanno, e non solo in oncologia dove noi operiamo». Anche quest’anno OncoMed ha voluto a portare un po’ di sollievo con alcuni progetti (tutti gratuiti). «Prima di tutto il progetto sulla bellezza prima e dopo la cura, con il quale abbiamo regalato dei pacchetti con prodotti di igiene e make up; poi il progetto lettura e musicoterapia; ma soprattutto  il progetto “Una carezza in corsia” che si fa a Pasqua e a Natale. Lo abbiamo appena realizzato in aria di festa invadendo il reparto di dolci natalizi fatti dalle nostre amiche sostenitrici e portando la strenna suonata dai musicisti di Progetto Tarantella».


Il fiore all’occhiello di quest’anno è però la postazione OncoMed. «Sì, è una postazione fissa nell’atrio dell’unità operativa di oncologia in cui facciamo front office, accoglienza, ma soprattutto orientamento ai pazienti e ai familiari. Sono molto orgogliosa di questo, e stiamo ricevendo molti complimenti». 

Chissà come sarà il Natale, festa della gioia e della speranza, per chi si trova in gravi condizioni di salute. Francesca ci racconta che non è semplice. Quando loro entrano nelle stanze delle infusioni della chemioterapia, toccano con mano tanta tristezza. Gli sguardi sono persi nel vuoto, e poi le lacrime, l’angoscia… «I sentimenti che traspaiono di più sono la rassegnazione e la paura di non farcela. E poi l’incertezza del futuro. Non c’è grande desiderio di festeggiare e a volte troviamo anche molta rabbia».

Francesca e i volontari dell’associazione portano una parola di conforto, un sostegno, un aiuto, per tutto l’anno. Perché sanno che c’è un enorme bisogno d’amore in ogni istante. «Questo sentimento che a volte sembra sia scomparso del tutto, deve essere presente in ogni momento della giornata. Con le persone sofferenti c’è necessità di gentilezza, di affetto, di sorrisi. Perché a volte una semplice carezza data nel momento giusto aiuta ad affrontare meglio il destino».

Con Francesca parliamo dei bambini che soffrono, colpiti dalle più brutte malattie. Sappiamo che per fortuna i bambini affetti da patologie oncologiche da noi sono pochi. «Quando capita di doverli incontrare, il nostro lavoro diventa molto difficile perché siamo costretti a non far trasparire le nostre emozioni. Quello è il momento in cui vorremmo avere tanta fede o una bacchetta magica per cambiare lo stato delle cose».

OncoMed è ogni giorno in corsia o al servizio nella vecchia sede dell’associazione nel Centro storico di Cosenza. E lo è soprattutto nei periodi di festa, anche a Natale. Ma lo sguardo va verso il futuro. Ci sono tanti progetti in cantiere, ma non di facile realizzazione per mancanza di fondi. «Nel 2024 vorremmo lavorare sulla prevenzione in età adolescenziale, poi altri progetti che riguardano la sana alimentazione legata ai prodotti di eccellenza calabresi, le attività domiciliari, la medicina estetica. Ma poi tanto altro ancora, che non posso svelare».

Per il 2024, l’instancabile Francesca si attende più sostegno e interesse da parte delle istituzioni. Ad esempio il non dover più lavorare nel freddo umido e tra i calcinacci della sede di Cosenza, ma avere una sede nuova e dignitosa dove poter accogliere le tante persone in difficoltà che bussano alla porta di OncoMed. Chissà se nelle nostre istituzioni c’è qualcuno sensibile a questi temi.

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