La disputa

«Perdiamo abitanti per “colpa” di Corigliano Rossano». La mancata adozione del Psa della Sibaritide blocca lo sviluppo del nordest calabrese

I sindaci di Cassano, Calopezzati e Crosia non ne possono più della città-guida e sbottano, mentre la Regione diffida e sventola commissariamenti 

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di Luca Latella
30 maggio 2023
20:29

Quando si parla di strumenti urbanistici, gli ex piani regolatori – oggi piani strutturali associati o comunali che siano – sembra si parli in aramaico antico. Ed invece, tradotto in soldoni, si tratta di pianificazioni che progettano e programmano lo sviluppo urbanistico dei territori. Ritradotto, economia da rilanciare sulla rampa di lancio delle infrastrutture, private e non.

Ma mentre a Rende, ad esempio, montano le polemiche per un’approvazione del Psc in quindici minuti, la Sibaritide langue. Dal 2018. La redazione del piano, però, inizia molto prima, nel 2006 e coinvolge – a quel tempo – cinque comuni: Rossano, Corigliano, Cassano all’Ionio, Calopezzati e Crosia. Castrovillari, prevista inizialmente, capisce l’antifona e si sgancia prima di partire.


Questa immensa “elle” scolpita nel cuore della Sibaritide prevede la gestione 549 chilometri quadrati occupati da circa 120mila abitanti. Gli appetiti commerciali e infrastrutturali, sono, ovviamente, inimmaginabili in questa “landa” di terra tra quelle economicamente più forti e con maggiori potenzialità di sviluppo di tutta la regione.

La storia inizia nel 2006, un’era geologica fa. Fino al marzo 2018 – mese ed anno in cui l’ufficio di pianificazione del Psa “licenzia” lo strumento e passa la “patata bollente” ai cinque, poi divenuti quattro, comuni a seguito della fusione tra Corigliano e Rossano – si intrecciano centinaia di riunioni e discussioni, soprattutto tra Corigliano e Rossano e le loro amministrazioni comunali del tempo, mai troppo inclini a comunicare, anche se di “colori” politici identici.

Nel frattempo il tempo passa. Le amministrazioni Geraci e Mascaro, al crepuscolo (per scadenza naturale e fusione) mollano al futuro sindaco la pesante incombenza – siamo alla vigilia delle elezioni, nel maggio 2019, così come il commissario prefettizio che traghetta la neonata città alle prime amministrative –. A quel punto vince Stasi che già in campagna elettorale assume impegni. Da quel momento in poi di anni ne passano quasi cinque ma di adozione del Psa della Sibaritide non se ne parla. Alle belle parole, agli impegni di convocare i consigli comunali utili ad approvare il piano strutturale associato, non seguono i fatti.

Ed arriviamo ad “oggi”. Giorni in cui i sindaci di Cassano, Crosia e Calopezzati iniziano a non poterne più dell’accidiosa Corigliano Rossano.

Decidono così di scrivere a Stasi che, pur rassicurando Papasso, Russo e Giudiceandrea, sparisce, assorto nella quotidianità della terza città della Calabria. Delusi per l’ennesima volta, provano a risolvere la questione, passando alle “vie di fatto”.

Papasso: «Rischiamo il commissariamento da parte della Regione»

«La mancata approvazione del Psa non si ripercuote solo su Cassano – spiega il sindaco, Gianni Papasso – ma su tutti e quattro i comuni, perché nell’ambito del Psa vige il concetto della perequazione urbanistica: se alcune volumetrie non vengono utilizzate a Cassano, ad esempio, possono essere assorbite dagli altri comuni. Nella nostra qualità di sindaci di Cassano, Crosia e Calopezzati, abbiamo deciso di scrivere al collega Stasi, chiedendo di prevedere la convocazione unitaria delle assisi civiche. Dal sindaco di Corigliano Rossano abbiamo sempre ricevuto rassicurazioni ma sono passati mesi. La questione si sta facendo delicata perché la Regione Calabria ci ha invitati ad accelerare, pena la nomina di un commissario. Peraltro siamo tutti gravati da un grande problema: il territorio ricadente nel Psa è diventato tutto “agricolo” e così gli uffici non possono rilasciare alcuna concessione edilizia. Tutto ciò penalizza anche le potenzialità di sviluppo economico. Non voglio entrare in polemica con Stasi e con la città, comprendo che la fusione produce nuove esigenze, ma il mio suggerimento è quello di giungere all’approvazione tramite i consigli comunali e poi nell’ambito delle osservazioni, ogni amministrazione può proporre eventuali modifiche, perché la conferenza di pianificazione si è chiusa da ormai troppo tempo».

Il primo cittadino di Cassano, oltre 18mila abitanti, si sente gravato dalle responsabilità  anche dalle pressioni politiche. «Sono sindaco da tre anni e mezzo, subisco pressioni continue da parte di consiglieri comunali, imprenditori e cittadini che sono inibiti della possibilità di realizzare interventi edilizi nel territorio e con la crisi in atto, senza bonus 110, dovremmo invece favorire questi processi. Più che polemizzare – conclude Papasso – dovremmo avere consapevolezza che i cittadini necessitano di risposte».

Il primo cittadino di Cassano chiosa sbandierando l’ipotesi di «convocare i consigli comunali congiuntamente con Crosia e Calopezzati», senza attendere oltre.

Giudiceandrea: «Continuiamo a perdere abitanti»

Il sindaco di Calopezzati – 1500 abitanti – aggiunge un particolare di non poco conto. «Mi chiedo cosa stia accadendo e perché stia passando tutto questo tempo. Noi siamo un piccolo comune e ci sentiamo un vaso di coccio in mezzo a quelli di ferro; non abbiamo grandi prospettive di sviluppo ma iniziamo a perdere quelle che ci piovono dal cielo. Qualche opportunità c’è, come c’è qualche interesse da parte di imprese e cittadini che vorrebbero edificare nuove abitazioni, ma queste velleità vengono tarpate dalla mancata approvazione del Psa. I ritardi – sottolinea Antonello Edoardo Giudiceandrea – stanno facendo perdere buone occasioni di crescita. Paradossalmente, perdiamo abitanti. Non bastassero i problemi che sovraccaricano le comunità interne, la mancata adozione del piano comporta la perdita di abitanti, giovani coppie, ad esempio, che vogliono costruire casa ma sono costrette a “traslocare” per esempio, nella vicina Pietrapaola. Vicende queste, che si stanno ripetendo troppo spesso», lamenta in chiusura il primo cittadino di Calopezzati.

Russo: «Sbloccare lo sviluppo costiero»

Anche il sindaco di Crosia, 11mila abitanti nell’hinterland coriglianorossanese, non ne può più. «Con i colleghi di Calopezzati e Cassano – rivela Antonio Russo, l’unico di centrodestra – abbiamo chiesto al Comune di Corigliano Rossano di convocare una cabina di regia utile a stabilire un cronopogramma che sfoci con l’adozione del Psa della Sibaritide. Restiamo in attesa di risposte. Nel frattempo stiamo pensando anche di organizzare tutta una serie di iniziative utili a preparare e formare gli uffici tecnici al nuovo piano».

Anche Russo conclude alla Papasso. «Qualora dovessero accumularsi ulteriori ritardi da parte del comune capofila, siamo pronti comunque ad andare in consiglio. È una ipotesi, perché l’obiettivo comune resta quello di andare in adozione tutti insieme».

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