Ricominciare da zero a 58 anni: la storia del calabrese Roberto, manager di successo in Albania
Originario di Praia a Mare, è stato un imprenditore nella Riviera dei Cedri e ha avuto esperienze nel mondo dello spettacolo anche a livello nazionale. Poi, con la morte dell'adorata mamma qualcosa in lui è cambiato per sempre. Oggi finalmente festeggia la sua rinascita

Riprendere in mano la propria vita e ripartire da zero è sempre una buona idea, a qualsiasi età, per qualunque ragione. Lo dimostra la storia che stiamo per raccontare e che ha per protagonista Roberto Mandarano, marito, padre, artista e imprenditore calabrese di 58 anni. Da qualche settimana, Roberto ha stravolto la sua esistenza volando in Albania, lontano dalla sua terra, a cui ha dato tutto, e lontano dai suoi affetti più cari, perché è lì che ha trovato un posto di lavoro degno di questo nome e della sua storia famigliare che la sua patria, a un certo punto, gli ha negato: da qualche giorno ricopre un ruolo di responsabilità in una grossa catena di supermercati e finalmente si sente rinato. La sua è una storia di caparbietà e di coraggio, di resilienza e determinazione, che però fa riflettere: quanto vale il talento in Calabria e, più in generale, in Italia?
Una vita di successi
Per addentrarci in questa storia e capire come siano andate le cose, bisogna necessariamente riavvolgere il nastro. Roberto Mandarano nasce e cresce a Praia a Mare, all'ombra dell'isola Dino, ha sei fratelli maschi, di cui uno gemello. Mamma Gerarda e papà Vito sono due imprenditori molto noti nella zona della Riviera dei Cedri e, dopo molta gavetta, negli anni del boom economico gestiscono un grosso supermercato a marchio "Standa". Il giovane Roberto lavora da mattina a sera, guadagna bene, ma ha un pallino fisso: entrare nel mondo dello spettacolo. Comincia come speaker radiofonico in una piccola emittente locale, poi sale sui palchi di mezza Calabria per presentare questo o quell'altro evento. Di mattina sgobba sul muletto in canotta e pantaloncini, di sera sfoggia abiti eleganti e si trasforma in un sapiente mattatore. Il "salto" arriva grazie a Radio One, importante emittente radiofonica con sede nella vicina Scalea, che finalmente gli spalanca le porte della conduzione a livello nazionale. Per due anni conduce l'evento delle selezioni di "Castrocaro", poi per diverso tempo calca il palco delle selezioni per "Sanremo Giovani". Nel 1993 è su Rai Due in veste di presentatore ufficiale de "Il disco d'oro", insieme a Ramona Dell'Abate, che diventerà la sua musa ispiratrice. In quegli anni lavora con le donne più famose e ricercate dell'epoca, da Samatha De Grenet a Ramona Badescu, passando per Randi Ingerman, Barbara Chiappini e Francesca Fioretti, ma il suo cuore batte solo per Daniela, la donna che ha sposato giovanissimo e che lo ha reso padre di due figli.
Il debutto in tv e al cinema
Mentre insieme ai fratelli porta avanti l'eredità imprenditoriale dei genitori, ormai anziani, e garantisce il lavoro a decine di famiglie del posto, Roberto Mandarano fa il suo debutto in tv e persino sul grande schermo. Compare nelle fiction Rai "Un medico in famiglia" e "La Squadra", poi partecipa per undici puntate della fiction Mediaset "Giornalisti". Il regista Ninì Grassia lo assolda per due film, "Come sinfonia" e "Il latitante", mentre Massimo Scaglione lo vuole al fianco di Maria Grazia Cucinotta e Tony Sperandeo in "La moglie del sarto". È il 2012 e Roberto è all'apice della sua carriera.
Gli anni drammatici
Per la famiglia Mandarano, l'anno successivo, il 2013, è l'anno della tragedia: mamma Gerarda si spegne, lasciando un vuoto incolmabile. Lei era un pilastro, il punto di riferimento di quattro generazioni di figli e nipoti e la sua morte porta dolore e scompiglio, soprattutto per Roberto, che le era legatissimo. Gli anni a seguire sono difficili come non mai: l'economia del Paese crolla a picco, infliggendo un duro colpo agli imprenditori, e uno dei suoi fratelli si ammala. Roberto deve ritrovare equilibrio e serenità, deve riuscire a reinventarsi la vita, ma il destino non gli dà tregua: se ne vanno prima il fratello Giancarlo e poi il papà Vito. Roberto è a pezzi, letteralmente, ma prova a ripartire grazie all'amore di Daniela e dei loro figli, che nel frattempo lo hanno reso nonno. Dopo molto tempo torna a calcare le scene ma si rende conto che quel mondo è sempre più spietato, così come quello dell'imprenditoria. Si sente messo all'angolo. Poi si butta a capofitto in un progetto ambizioso al fianco dell'amico Franco Matellicani, sente l'affetto del pubblico, che non l'ha mai abbandonato, ma tutto intorno è ancora buio pesto, è come se tutto fosse finito di colpo. Come se il suo talento non valesse più nulla. D'un tratto si rende conto di essere arrivato a quell'età in cui si è troppo giovani per ricominciare e troppo vecchi per fermarsi, quell'età in cui se esci dalla "carreggiata" anche solo per un attimo sei costretto a vivere nel limbo, aspettando che accada qualcosa che poi non accade mai.
La rinascita
A Praia a Mare i giorni scorrono lenti. Roberto regala sorrisi sui social, dove è molto attivo, ma dentro porta il peso dell'angoscia. Fino a quando giorno, inaspettatamente, riceve una chiamata. In Albania cercano un bravo manager che possa occuparsi di una grande catena di supermercati a marchio italiano e un amico ha subito pensato a lui. Roberto ride: «Che ci vado a fare in Albania, lontano da tutto e da tutti? Non so nemmeno la lingua». «Beh, almeno prova», si sente rispondere. Ok. A luglio Roberto vola a Tirana, più che altro per curiosità, ma quando vede le meraviglie di quel posto, ne rimane incantato. Per di più, l'azienda gli offre un buono stipendio e gli riserva un piccolo appartamento a circa un chilometro dalla sede principale di lavoro. Hanno letto il suo curriculum e lui sembra l'uomo giusto al posto giusto. Roberto è spiazzato. Per la prima volta, dopo tanto tempo, sente che c'è ancora qualcuno che crede in lui e nelle sue capacità e che qui i suoi anni non rappresentano un ostacolo ma una garanzia di esperienza. Sei sente pervaso dalla gioia: «Accetto». Meno di due mesi dopo si insedia, dando inizio a un nuovo capitolo della sua vita.
Il messaggio
«Non si è mai troppo vecchi per fare qualcosa, per ricominciare da capo. Se uno ha le capacità e la testa dura, come ce l'ho io, tutto si può fare, non bisogna mai arrendersi», ci dice Roberto dopo il lungo racconto della sua vita. L'unica sua amarezza è che per sentirsi realizzato sia dovuto andare via. «Un po' fa male, ho dato tanto alla mia terra, sia dal punto di vista artistico che imprenditoriale, e all'improvviso ho capito che non c'era più spazio per me. Mi è dispiaciuto molto. Però, a parte la lontananza dai miei cari, qui mi trovo bene, l'Albania è un Paese stupendo, la gente è accogliente. Io, da dal canto mio, sto studiando per imparare la lingua ed essere un perfetto manager italiano. Lo faccio perché lo devo a me, alla mia famiglia, ai miei amici, ma soprattutto per portare in alto il nome della mia cittadina, Praia a Mare, e del mio Paese, l'Italia, nonostante tutto. Anzi, oggi che sono qui mi sento ancora più italiano di ieri e voglio raccontare la mia storia soltanto per dire a tutti che ricominciare si può. Non bisogna mai perdere la speranza, anche quando sembra che nessuno più creda in te. Anche se hai quasi 60 anni».
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