Caro voli

Il Governo litiga con Ryanair e la Calabria ne fa le spese: a rischio metà dei voli da Lamezia e tutti quelli da Crotone

Duro scontro sul decreto: l'Esecutivo punta a contenere i prezzi dei biglietti e la compagnia avverte su un possibile taglio delle rotte poco redditizie. Nei due scali calabresi in cui sono presenti gli irlandesi garantiscono il 52 e il 100% delle tratte: un loro disimpegno manderebbe il sistema aeroportuale regionale in tilt

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di Massimo Clausi
15 settembre 2023
06:30

C’è una partita molto dura che si sta giocando lontano dalla Calabria, ma che interessa molto da vicino la nostra regione. Stiamo parlando della polemica fra la compagnia aerea low cost Ryanair e il Governo italiano dopo l’emanazione del decreto contro il caro voli.

Il decreto impedisce alle compagnie aeree di utilizzare algoritmi che alzano i prezzi nei periodi di picco di domanda (tipo l’estate) superando un livello del 200 per cento rispetto al valore medio. Un modo per contenere i prezzi dei biglietti che però per il ceo di Ryanair, Michael O’Leary, rischia di produrre l’effetto opposto ovvero il taglio di tutte le rotte poco redditizie. Di solito i manager di azienda sono molto cauti quando commentano cose di questo tipo, ma per capire a che punto è arrivato lo scontro, basta leggere le dichiarazioni del manager irlandese. «È un decreto stupido e idiota, che ridurrà i voli aumentando le tariffe».


Ma O’Leary non si è limitato all’invettiva. Ha già deciso di tagliare del 10% i voli dalla Sicilia e dalla Sardegna e ha annunciato che dall’aeroporto Orio al Serio questo inverno partiranno solo voli internazionali. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, non si è scomposto e ha risposto con altrettanta decisione: «L’Italia è un Paese sovrano, non si fa ricattare da alcuno». Insomma siamo a livello zero dei rapporti diplomatici. Non a caso Ryanair si dice convinta che l’Unione Europea bloccherà questo decreto. Può darsi. Ma prima di arrivare ad un pronunciamento il decreto avrà già scaturito in parte i suoi effetti. E non è escluso che altre compagnie low cost possano prendere decisioni simili a Ryanair.

La cosa interessa molto da vicino la Calabria che sulla compagnia irlandese punta fortissimo. «Per noi Ryanair è un partner fondamentale - ci dice Marco Franchini, amministratore unico di Sacal  - è il vettore di riferimento della Calabria e puntiamo ad incrementare il rapporto con questa società quindi siamo in controtendenza rispetto alla Sicilia o alla Sardegna».

Non a caso il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, nella sua recente visita a Bruxelles ha voluto incontrare proprio i vertici della compagnia irlandese. Non si sa nel dettaglio come sia andato l’incontro. Chi ha visto Occhiuto dopo il suo rientro in Calabria dice che il presidente è molto soddisfatto di questa chiacchierata e che presto ci saranno grandi novità, soprattutto con riferimento all'aeroporto di Reggio Calabria. Poche o nulle le notizie su queste novità, molto probabilmente verranno illustrate quando si concretizzeranno. Nel frattempo va segnalato come da gennaio ad agosto scorso il 52% dei voli dello scalo di Lamezia Terme erano della Ryanair. Sono in totale 18 le rotte che gestisce la compagnia da Sant’Eufemia per 6126 arrivi e partenze. Ancora più incisiva è la presenza di Ryanair a Crotone dove garantisce praticamente il 100% dei volti con tre rotte che hanno comportato 1016 arrivi e partenze. Insomma senza Ryanair il rischio è che il sistema aeroportuale calabrese vada in tilt (come accaduto qualche tempo fa ad Alghero).

Lo scontro quindi fra il Governo e Ryanair va seguito con interesse senza dimenticare che il Governo ha tutta l’intenzione di dare una stretta ai contributi che le Regioni danno (Calabria compresa) alle compagnie low cost per attivare dei voli. In totale lo scorso anno le Regioni hanno speso circa 300 milioni, secondo le stime dell’Autorità dei Trasporti. Soldi pubblici, dice oggi il presidente Nicola Zaccheo, che hanno in parte drogato il mercato. Per questo l’Autorità annuncia una stretta anche su questo «Occorrerà dimostrare - ha detto ieri Zaccheo - che l’incentivo non alteri il mercato, e dovrà avere precise caratteristiche. Una su tutte: non potrà interessare un solo operatore. Alla fine del processo ci sarà un taglio sensibile questi aiuti». E Ryanair che farà?

Giornalista
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