Il caso

“Vacche sacre” a Verbicaro, le associazioni animaliste ricorrono al Tar contro l’ordinanza di abbattimento del sindaco

La responsabile dell'ufficio legale dell'Oipa: «Si tratta di un provvedimento di cui non si vede la necessità e senza alcun fondamento scientifico che attesti la pericolosità di questo gruppo di bovini»

di Redazione Cronaca
20 aprile 2024
22:02

L'Oipa - Organizzazione internazionale protezione animali - ha reso noto di avere presentato un ricorso al Tar della Calabria insieme alle associazioni "Rispetto per tutti gli animali" e "Stop Animal Crimes Italia" per chiedere «l'annullamento, previa la sospensione dell'efficacia, dell'ordinanza firmata dal sindaco di Verbicaro, Francesco Silvestri il 4 aprile scorso che dispone la cattura e l'abbattimento di un gruppo di bovini vaganti nel territorio dell'ente».

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«Si tratta di un abbattimento - afferma l'avvocato Claudia Taccani, responsabile dell'ufficio legale di Oipa - di cui non si vede la necessità e senza alcun fondamento scientifico che attesti la pericolosità ed il potenziale pericolo che costituirebbe questo gruppo di bovini, stimato tra i 50 e gli 80 esemplari. Auspichiamo che non si proceda all'esecuzione dell'ordinanza prima dell'udienza per discutere la nostra istanza cautelare per la sospensione».


«L'Oipa sottolinea - riporta una nota dell'organizzazione - che la decisione impugnata non è stata adottata a seguito di un'adeguata attività istruttoria e il sindaco, da quanto emerge dagli atti, non ha preso in esame eventuali soluzioni alternative e si limita a riferire di aver interessato il prefetto di Cosenza, il quale avrebbe convocato il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, senza richiamare alcun parere reso. Secondo il provvedimento del sindaco Silvestri, questi animali rappresenterebbero un rischio per l'incolumità pubblica poiché non sono mai stati sottoposti a controlli sanitari e poiché, alla ricerca di cibo, danneggerebbero dei terreni privati».

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«L'Oipa sostiene - è detto ancora nella nota - che, in virtù della dichiarata conoscenza dell'appartenenza dei bovini a un noto allevatore, il sindaco avrebbe dovuto sanzionare quest'ultimo secondo la normativa vigente ed evidenzia come nessuna delle fonti normative disciplinanti la materia contempli la sanzione dell'abbattimento "per la violazione degli obblighi di natura formale inerenti l'identificazione e la registrazione dei bovini". L'associazione chiede dunque la sospensione e l'annullamento dell'ordinanza e di prevedere misure alternative e rispettose della vita degli animali (messa in sicurezza e controlli sanitari) per una risoluzione pacifica della vicenda».

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