Solidarieta’

A Soverato la comunità ucraina in prima linea nella raccolta di aiuti per i connazionali in guerra

VIDEO | La generosità dei calabresi e la solerzia di alcune donne del Paese teatro del conflitto che vivono nel centro catanzarese: «Lì sono rimasti tanti nostri cari e in questo modo ci sembra di aiutare anche loro»

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di Rossella  Galati
16 marzo 2022
06:30

Si è mobilitata immediatamente la comunità ucraina di Soverato per raccogliere beni di prima necessità per le popolazioni colpite dalla guerra. E in pochi giorni, grazie ad una generosa risposta da parte della popolazione, la sede della Protezione Civile, messa a disposizione del Comune si è riempita di indumenti, alimenti a lunga conservazione, medicinali. «Un primo carico l'abbiamo spedito domenica a Roma – racconta Marina -, presso la chiesa di Santa Sofia, da dove è partito poi per l'Ucraina. Abbiamo raccolto tanto abbigliamento ma ora ci hanno chiesto di fermarci, al momento ci servono cibo e medicine. Stiamo continuando la raccolta in collaborazione con il Cisom, corpo italiano soccorso ordine di Malta».

La preoccupazione per i propri cari

E sono tanti coloro che ad ogni ora del giorno continuano a portare aiuti: «Siamo vicini al popolo ucraino – commenta un cittadino -. Ho portato qui alcuni indumenti a nome di tanti amici che si sono voluti offrire con generosità. Speriamo che questo conflitto finisca presto». Intanto l'apprensione per i propri cari in queste ore è tanta: «In Ucraina ci sono mia mamma, mio fratello, il mio nipotino, tutti i miei zii e cugini. Io sono qui in Italia da sola e mi sento inutile – dice Elena, affiancata da Lilia, Valentina e Marina -. Almeno venendo qui e facendo qualcosa di buono sento che sto aiutando anche loro. Se fosse per me partirei subito per raggiungerli ma è troppo lontano. Loro stanno al confine con la Russia e i carri armati e gli aerei passano ogni giorno sulla testa dei miei cari».


«Ho tanti parenti in Ucraina, due in particolare sono in fuga, stanno arrivando in Italia – aggiunge Marina – si trovavano nella zona più colpita, sono mamma e figlia. Mi auguro che questo incubo finisca presto. È una guerra assurda. Vorrei svegliarmi domani mattina e sapere che è tutto finito così come ho appreso che era scoppiato il conflitto», conclude con gli occhi lucidi.

Giornalista
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