Se Atene piange e Sparta non ride, Tebe non si sente comunque molto bene. La Tebe in questione è ovviamente Cosenza, che dal 2003 a oggi ha perso 7mila abitanti.

Nel ventennio preso in considerazione Cosenza è passata da 71.014 abitanti ai 63.700. Una vaga resistenza rispetto a Reggio Calabria e a Catanzaro, che sono andate sulle decine di migliaia, ma basta partire dal censimento del 2001 per sfiorarle di pochissimo.

Abitanti di Cosenza in calo, a salvarla gli stranieri

A salvare la città bruzia dallo spopolamento sono i cittadini stranieri. Gli abitanti di Cosenza che vengono da Paesi diversi dall’Italia sono al momento 4.271, il 6,7% della popolazione cittadina.

Praticamente la metà di quelli persi nel corso degli anni scorsi. I dati sono abbastanza evidenti: nel 2003, gli stranieri erano circa 500. La parabola è poi stata costantemente ascendente, fatta eccezione per il 2014, il 2019 e il 2021, quando comunque le quattro cifre erano state già abbondantemente superate.

Età media elevata, ancora una volta i giovani non sono italiani

Cosenza è anche una città particolarmente vecchia: gli abitanti di Cosenza fra 0 e 19 anni sono circa 5.300, mentre quelli compresi fra i 29 e i 39, gran parte dunque dei cosiddetti millennials, sono 3.959. Vent’anni fa, i cosentini fra i 30 e i 39 anni erano oltre 5.100.

I cittadini stranieri che vivono nel capoluogo bruzio siano perlopiù proprio ragazzi fra i 25 e i 39 anni, che da soli costituiscono il 30 per cento degli abitanti stranieri di Cosenza. E a reggere il capoluogo bruzio, evitando di farlo sprofondare sotto i 60mila abitanti, al momento sono proprio gli stranieri.

Prosegue la nostra inchiesta sullo spopolamento dei capoluoghi di provincia. Oggi ci occuperemo di Cosenza, che resta nel solco delle precedenti: sono diecimila gli abitanti persi dal capoluogo bruzio dal 2003 al 2023.