«Abbiamo avuto modo di apprezzare la dimensione politica nazionale, con l’onorevole Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità e regionale con il presidente del Consiglio Filippo Mancuso e l’assessore regionale alle Politiche Sociali Caterina Capponi, durante la mattinata scelta per l’ascolto delle associazioni che operano nel complesso mondo delle disabilità». Lo si legge in una nota firmata dal presidente di Anteas Calabria, Romolo Piscioneri.

«Un dialogo libero, responsabile, creativo di un volontariato desideroso di concretezza, identità, partecipazione gratuita, coerente con un sistema di valori solidali che indaghi in maniera genuina e profonda sulle cause e sulle opportunità risolutive delle difficoltà del disagio delle disabilità, e a pensare sul “dopo di noi”.

Come porsi e stare vicino alle famiglie, che hanno bisogno di aiuto e che molte volte, sfiduciate, non lo manifestano magari presi da un eccesso amorevole e protettivo nei confronti dei propri cari. Quanta silenziosa dignità e quanto amore.

Una grandezza senza precisi confini, che chiede alla politica e alle istituzioni coraggio di osare di osare in aiuto dei più deboli, intraprendenza e passione per quelle scelte che portano sicuro conforto, speranze e sorriso su quei volti carichi di orgogliosa sofferenza.

Sono stati gli interventi e tante le sollecitazioni di provvedimenti di aiuto, organizzazione e riorganizzazione, sostegno, semplificazione burocratica, divisione di compiti e tanta partecipazione verso una via solidaristica che sappia innovare e progredire in un mondo di delicate e complesse sofferenze.

Ecco perché vanno sostenute quelle sensibilità che la politica e le istituzioni dimostrano, sollecitate a ideare quei provvedimenti necessari dopo avere avuto la capacità di ascoltare e soprattutto la capacità di fare sintesi sulle priorità suggerite dalle famiglie e da tutto il mondo del volontariato presente e ansioso di portare un proprio contributo.

Sono le basi per un nuovo cammino di solidarietà, praticata costantemente, senza interruzione alcuna, a fianco di tutti coloro i quali sono costretti a vivere nel disagio delle disabilità. Una via nuova, che elevi la cultura del rispetto nei confronti di chi, non per scelta ma semplice segno del destino, rischia di rimanere indietro, ultimo, scartato e in solitudine. Una via che faccia essa stessa animazione culturale, protagonismo nelle famiglie, nelle scuole, ma soprattutto nelle comunità.

Come Anteas Regionale della Calabria, crediamo che deve essere la “solidarietà di comunità” da ricercare, e orientare affinché si compiano gesti non compassionevoli ma di significato chiaro di coinvolgimento, accoglienza, formazione e orientamento a quel “lavoro dedicato”, attraverso figure ponte che facciano da collegamento tra il giovane formato e il mondo del lavoro più appropriato, per incoraggiare e riscattare con dignità la persona, volenterosa di protagonismo lavorativo anche se con diverse abilità. E su queste scelte e su quelle capacità di darsi una strategia, affinché non vi siano ultimi, esclusi, che si misura il grado di civiltà di una società».