Pasqualino Perri ha il volto stanco e il cuore affranto. Prima di arrivare negli studi di Cosenza Channel per l'intervista programmata, seduto alla scrivania del suo ufficio al primo piano di Casa San Francesco, ha raccolto le forze e compiuto un gesto a lungo rimandato: «Il ridimensionamento del personale, a questo punto, era inevitabile. A causa della crisi di liquidità in cui la Fondazione versa, sono stato costretto a licenziare i primi tre dipendenti».

Realizzata su un terreno abbandonato di proprietà del Comune grazie ai fondi POR Calabria, Casa San Francesco (prima Oasi francescana) viene inaugurata nel novembre del 2003: il servizio mensa - attivo dalla domenica al lunedì sia a pranzo che a cena - è affiancato dall'ospitalità notturna e da una piccola casa famiglia.

Quattro anni dopo, la Regione Calabria autorizza il funzionamento delle comunità Beato Angelo d'Acri e Madre Elena Aiello, destinate ad adulti in difficoltà e oggi fortemente ridimensionate a causa della mancanza di contributi pubblici.

Nell'agosto del 2014, in concomitanza con l'imponente afflusso di profughi sulle coste italiane, Casa San Francesco risponde all'invito della Prefettura di Cosenza di fornire accoglienza agli stranieri richiedenti Protezione internazionale: l'ex convento di Castiglione cosentino viene convertito in Casa Sant'Antonio.

Nel 2017 nasce la Casa della Salute Carlo Acutis: grazie al contributo di decine di medici volontari e alla donazioni del banco farmaceutico, i poveri ricevono gratuitamente assistenza sanitaria e cure specialistiche.

A novembre 2019 diventa operativo il centro di raccolta e distribuzione di vestiti e biancheria "Ero solo e mi avete vestito" mentre prosegue la distribuzione dei pasti a domicilio a una ventina di famiglie disagiate, e la consegna settimanale del pane a circa 230 nuclei familiari. Ogni notte sono 130 le persone in difficoltà che trovano riparo sotto il tetto di Casa San Francesco.

In quasi trent'anni, la Fondazione ha operato nel silenzio, elargendo una carità libera e incondizionata. Ma il bene non è scontato e ha bisogno di essere sostenuto. Il direttore generale Pasqualino Perri si rivolge alla Regione e al Comune di Cosenza, capofila dell'Ambito territoriale sociale: «Se pensate che la povertà non esista più, ditecelo chiaramente. Come Fondazione troveremo il modo di reinventarci».