Disperato appello dal futuro, quando un litro d’acqua costerà più di una corsa in taxi e si sarà costretti a vivere in super bunker per sfuggire alle alte temperature. Nel 2025 potete ancora salvare la Terra, fatelo
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Nuova Milano, 29 luglio 2050
Scrivo queste righe dal rifugio in cui provo a svolgere il mio lavoro, dove il sole non penetra più da oltre un decennio. Fuori, la città è avvolta in vapori d’asfalto e cieli ocra; la temperatura oggi ha toccato i 53 gradi.
Troppi, anche per la vecchia metropolitana ormai definitivamente paralizzata. Sono anni che la nostra giornata si misura in “fasce vitali”: la gente si muove solo fra le 2 e le 5 di notte, quando la colonnina di mercurio scende sotto i 40º. Il concetto di “orario di lavoro” non esiste più, si lavora essenzialmente alcune ore a notte, quando si può, quando leggermente l’aria si fa più respirabile.
Le centrali di desalinizzazione sono presidiate da guardie armate. Un litro d’acqua costa più di una corsa in taxi. I campi sono terre sterili, scheletriche, i pochi ortaggi geneticamente modificati coltivati nei container verticali sotto led azzurri.
I mari sono caldissimi, fanno paura, e le rive delle città costiere sparite sotto muri di cemento e lividi di alghe tossiche che rendono impraticabile anche il lavoro dei pescatori-robot.
La siccità è tale che il termine originale non basta più. Oramai si parla di “silenzio d’acqua”. Non piove più, e quando succede, la pioggia è acida, e obbliga chi lavora a rifugiarsi dentro ex fabbriche riadattate in bolle di plastica polimerica. Tutti i lavori si sono adattati; insegnanti che trasmettono video-lezioni da bunker sotterranei, operai che riescono a lavorare di notte solo per qualche ora, ma molti mestieri sono ormai scomparsi.
I bambini escono solo con esotute refrigeranti. Gli ospedali sono pieni di “colpiti dal caldo”, e le nuove pandemie, favorite dalle zone tropicali espanse, non danno tregua. Eppure c’è gente, come me, che ogni giorno cerca di raccontare questa realtà, forse un po’ per abitudine, forse per disperazione.
E allora vi scrivo, voi che leggete dal 2025. Fate qualcosa, adesso, o la Terra che conoscete voi sarà solo una leggenda. Non aspettate che la tecnologia faccia tutto per voi: il futuro va scritto oggi. Se non agite subito, la vostra indifferenza brucerà il pianeta, e le mie parole non saranno un monito ma il vostro epitaffio.
Lo so, sarete diffidenti anche davanti a questa mia lettera, ovviamente non crederete mai che provenga dal 2050. E vi consolerete dicendo che il caldo c’è sempre stato, che nella storia della terra si sono alternate epoche gelide con epoche caldissime. Ma vi sbagliate profondamente. Noi siamo già nel futuro, io non so come e non so quando ci siamo finiti. Forse stiamo vivendo in due mondi paralleli. Ma vi posso assicurare anzi vi devo pregare a muovervi subito, a costringere i governi a prendere decisioni drastiche e definitive. Senza di queste vi troverete anche voi presto a vivere con oltre 50° di giorno e 40 di notte e vi possiamo assicurare non sarà affatto bellissimo.
29.7.2050