Senza retorica e senza filtri, il racconto del giornalista Domenico Iannacone ha conquistato anche due firme come Aldo Grasso e Andrea Fagioli. Elena Sodano: «Ha attraversato la soglia del nostro Centro con rispetto e autenticità. Qui i nostri ospiti vivono un progetto di vita»
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Due firme importanti del giornalismo italiano, Aldo Grasso sul Corriere della Sera e Andrea Fagioli su Avvenire, hanno dedicato parole significative alla visita di Domenico Iannacone nel Centro Diurno RaGi di Catanzaro. E lo hanno fatto evocando una parola che oggi sembra risuonare più forte che mai: coraggio.
Il coraggio di affrontare temi spesso taciuti, come l’Alzheimer e le demenze, senza filtri né inibizioni, senza cedere alla retorica del dolore né all’indifferenza. Ma anche il coraggio – più raro ancora – di guardare negli occhi chi vive queste fragilità e riconoscerlo per ciò che è: una persona.
Elena Sodano che è l’anima e il punto di partenza di tutto, così commenta: «Nel tempo trascorso con noi, Iannacone non ha raccontato una storia “su” di noi, ma insieme a noi. Non ha edulcorato, non ha nascosto, non ha cercato la lacrima facile. Ha attraversato la soglia del nostro Centro senza pregiudizi, con rispetto e autenticità. Ha camminato accanto alle persone con demenza, ascoltandole davvero. E questo non è solo giornalismo: è umanità».
Per poi proseguire: «Per farlo non basta il talento, per quanto raro. Serve libertà interiore. Serve il desiderio profondo di restituire dignità là dove la società spesso costruisce silenzi. È questo che ha reso potente – e necessaria – la sua presenza. È questo che ha spinto voci autorevoli della stampa nazionale a fermarsi e a scrivere».
Abbiamo chiesto alla dottoressa Sodano il perché tutto questo sia così importante: «Perché qualcosa di diverso è stato detto. Perché una verità è venuta a galla, chiara e concreta: le persone con demenza possono avere un progetto di vita. Non una sopravvivenza. Non una permanenza. Ma un cammino possibile, costruito giorno dopo giorno, insieme a loro e mai al loro posto. Un cammino fatto di relazioni, dignità, ascolto, rispetto, quotidianità condivisa».
Elena Sodano e tutti gli attori e collaboratori del Centro Diurno RaGi, di questo cammino sono testimoni diretti: «Lo siamo con le nostre mani, le nostre idee, la nostra presenza. Ma soprattutto con la convinzione profonda che ogni vita, anche quella segnata dalla fragilità, meriti un orizzonte. Se oggi se ne parla, è perché abbiamo avuto il coraggio di raccontarlo. E questo, per noi, è già un traguardo. E una promessa».
Accanto a questa visione, brilla sempre più un altro esempio concreto: CasaPaese uno straordinario progetto per le demenze a Cicala, in provincia di Catanzaro. E come abbiamo raccontato l’interesse di oggi della stampa nazionale sul Centro Diurno RaGi di Catanzaro, è appena il caso di ricordare quanto è stato fatto a Cicala grazie ancora ad Elena Sodano, che ha inteso ricordare «il contributo importante sin dal primo momento di LaC e del suo editore Maduli, che concretamente ha inteso sostenere un progetto così innovativo e straordinariamente inedito».
Un piccolo borgo calabrese che ha saputo fare qualcosa di straordinario: costruire un’intera comunità inclusiva attorno a chi vive la demenza. Non un luogo di cura isolato, ma un modello di convivenza sociale.
CasaPaese è il frutto della visione della Cooperativa Ra.Gi., che ha trasformato un’idea coraggiosa in realtà tangibile. Qui, le persone con Alzheimer vivono in un ambiente domestico, familiare, aperto, dove possono fare la spesa, partecipare a laboratori, passeggiare nel centro storico, mantenere un ruolo, un’identità, una presenza viva.
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: riduzione dell’uso di farmaci, rallentamento dei processi degenerativi, aumento del benessere emotivo e relazionale. Ma, soprattutto, un cambiamento culturale: la demenza non è più solo una diagnosi, ma una condizione che può essere accolta con dignità e accompagnata con amore.
CasaPaese è diventata un punto di riferimento nazionale, studiata, raccontata, visitata. Ma soprattutto vissuta. Ogni giorno. Con quel coraggio silenzioso ma ostinato che cambia davvero le cose.