Chiesa calabrese

Diocesi Mileto, festa per l’arrivo del nuovo vescovo Attilio Nostro: «Cresceremo insieme»

FOTO-VIDEO | Grande accoglienza per il presule da parte di autorità civili e militari del territorio. La sua missione pastorale ispirata da fede e legalità: «Dove non si rispetta la legge non si rispetta l’uomo»

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di Cristina Iannuzzi
2 ottobre 2021
12:52

Grande festa a Mileto: questa mattina, alla presenza delle autorità civili e militari del territorio, è stato accolto ufficialmente in città monsignor Attilio Nostro, il nuovo vescovo della diocesi Mileto-Nicotera-Tropea. Nella sala “monsignor De Chiara”, nei locali del seminario vescovile, ad attenderlo vi erano gran parte dei sindaci vibonesi, tutti con la fascia tricolore. In prima fila il prefetto di Vibo Valentie Roberta Lulli e il questore Raffaele Gargiulo.  

È stato proprio il prefetto a prendere la parola per prima: «Sembra sia arrivato il momento di una ripartenza di questo territorio, sia a livello economico che sociale – ha detto Lulli -. E sono certa, monsignore, che insieme ce la faremo».


Quindi, il benvenuto del primo cittadino di Mileto, Salvatore Fortunato Giordano: «La accogliamo con speranza. Lei è il pastore di cui abbiamo bisogno, che ci aiuterà a trovare la strada giusta per costruire un futuro migliore, certi che questa volta possiamo farcela». Il sindaco ha poi consegnato al vescovo Nostro un dono da parte della città: una croce pettorale realizzata dall’orafo Gerardo Sacco.

Il nuovo vescovo poi ha parlato alla platea, ribadendo quella che sarà la sua missione pastorale ispirata dalla fede e dalla legalità e ricordando le sue origini, figlio di un avvocato e nipote di un notaio: «Sono cresciuto – ha detto - con il senso della legge. Penso che dove non si rispetta la legge non si rispetta l’uomo. Ci metterò tutto il mio impegno, affinché questa realtà possa crescere nella consapevolezza delle proprie potenzialità». Nostro ha anche citato le parole di Leònida Repaci, che descriveva la Calabria come un paradiso che il diavolo invidia. E ha concluso con grande umiltà: «Ho tanto da imparare, vi chiedo di aiutarmi e considerarmi non maestro di vita ma vostro discepolo».

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Giornalista
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