Dopo Catanzaro, l’esponente di Governo ha raggiunto lo Stretto per una visita sulla nave scuola della Marina militare: «È l’ambasciatrice della bellezza del nostro Paese»
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Il ministro per la Pubblica amministrazione, senatore Paolo Zangrillo, ha appena conclusa la sua visita al porto di Reggio Calabria in occasione della tappa del tour della nave scuola Amerigo Vespucci. L'evento ha suscitato grande entusiasmo tra cittadini e addetti ai lavori, desiderosi di mostrare il proprio orgoglio per questa importante istituzione navale e per il patrimonio marittimo italiano.
Durante la visita, Zangrillo ha avuto l'opportunità di incontrare ufficiali e membri dell'equipaggio, approfondendo i progetti di sviluppo e innovazione del settore pubblico legati alla difesa e alla promozione della cultura marittima. Ha anche espresso apprezzamento per l'impegno della Marina Militare italiana e per il ruolo della Vespucci come ambasciatrice del prestigio del nostro Paese nel mondo.
L'occasione è stata inoltre utile per discutere di future collaborazioni tra istituzioni locali e nazionali, con l'obiettivo di valorizzare ulteriormente il porto di Reggio Calabria come hub strategico nel Mediterraneo, incentivando investimenti, formazione e turismo nautico.
«Il Made in Italy si fa sentire – ha detto il ministro -. La Vespucci è molto più di una nave. La chiamano “la nave più bella del mondo”. Voi sapete che nel 1962 ha incrociato una portaerei americana, e via radio il comandante ha chiesto: “Chi siete?”. E la risposta è stata: “Siamo la nave scuola Amerigo Vespucci”. Di rimando, il comandante americano ha detto: “You are the most beautiful ship in the world”. Quindi, già da tantissimi anni, l’Amerigo Vespucci è simbolo dell’Italia, simbolo dell’eccellenza. È molto più di una nave: è la cultura italiana, la voglia di dimostrare le nostre capacità artigianali, la bellezza del nostro Paese, il marchio del Made in Italy. E quindi avere l’opportunità di rappresentare questa eccellenza in giro per il mondo è un servizio al nostro Paese, è di nuovo dimostrare tutte le caratteristiche che contraddistinguono il nostro popolo. Come dice il motto della nave: “Non chi comincia ma quel che persevera". È qualcosa che vogliamo portare avanti anche con le nuove generazioni».
Ambasciatrice del bello in Italia e, naturalmente, anche — perché no? — di un mondo pubblico italiano che si fa distinguere anche per cose molto positive.
«La Vespucci – ha aggiunto il ministro – per me richiama una serie di valori: la dedizione, la costanza, il saper lavorare in squadra, l’affrontare situazioni difficili. Quando si attraversano gli oceani, non si sa mai che cosa si incontra. Il simbolo di tanti valori. Valori che io spero diventino — e si confermino — valori anche della pubblica amministrazione. La Pubblica amministrazione è il più grande datore di lavoro italiano: 3,2 milioni di persone. E io quello che auspico è che siano persone che, quando vanno nel loro posto di lavoro, incontrino un luogo dove possono esprimere il loro talento, dove si sentono soddisfatti per quello che fanno, dove hanno consapevolezza delle loro responsabilità. Anche in questo, devo dire che la Vespucci è un simbolo, perché chi governa questa nave sa bene che governare questa nave significa saper condurre una squadra, significa che ciascuno deve sapere quali sono i suoi compiti, ma soprattutto sapere che si arriva in porto solo se tutti insieme si sa lavorare».
Una scuola che diventa anche un modello per le attività che si svolgono all’interno della nave. «È un modello – ha detto Zangrillo a Reggio -, soprattutto un modello di lavoro in team, di lavoro in squadra. Le complessità che oggi dobbiamo affrontare, che anche il mondo del pubblico deve affrontare, sono difficoltà che riusciamo a superare soltanto se siamo capaci di lavorare in squadra. Non c’è l’abilità di nessun individuo che, da solo, può risolvere i problemi. Abbiamo bisogno del contributo di tutti. Tutti. Noi abbiamo il compito, io sento la responsabilità, di far sentire ciascuno responsabile di quello che fa. Ma soprattutto ciascuno deve essere consapevole che il suo contributo, per piccolo o grande che sia, è determinante per il risultato finale».