È quanto rivela uno studio di Fondazione Leone Moressa su dati Eurostat: dagli attuali 690mila, nel giro di 75 anni si scenderebbe poco sopra i 332mila
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A tenere alto il numero dei cosentini sono i non cosentini. I numeri parlano molto chiaro: in 75 anni, la provincia bruzia rischia di perdere oltre il 50% degli abitanti. Il 51,48%, per la precisione. Praticamente oltre la metà delle persone che al momento popolano la terra dal Pollino alla Sila. È questo il risultato del lavoro prodotto dalla Fondazione Leone Moressa su dati Eurostat e pubblicato dal Corriere della Sera negli scorsi giorni che illustra la situazione relativa alle province italiane in una proiezine al 2100 con e senza migrazioni. Nel secondo caso, in provincia di Cosenza si scenderebbe dagli attuali 690.960 abitanti a 332.754.
Il dato della provincia di Cosenza è il peggiore di tutta la Calabria: Reggio, Vibo e Crotone sono tutte sotto il 50% nella proiezione al 2100 senza immigrati (che, nell’analisi, sono sia immigrati italiani sia immigrati stranieri), mentre Catanzaro supera di poco la metà, fermandosi al 50,35%. Questo significherebbe, per tutta la Calabria, una perdita di circa 900mila abitanti. Per la precisione, 911mila 223
Le analisi del futuro con le migrazioni
I numeri, dunque, non sono fra i più positivi per la provincia di Cosenza. Ma diventano decisamente migliori se la proiezione della popolazione al 2100 vede coinvolti anche gli immigrati: in quel caso, la provincia di Cosenza perderebbe “solo” il 23,39% dei propri abitanti, vale a dire circa 150mila persone. Un dato comunque preoccupante, ma che letteralmente dimezza quello che riguardava un territorio senza più migrazioni. Dati che sono confrontabili anche con quelli che riguardano la presenza di cittadini stranieri sul territorio provinciale bruzio.
Non è un mistero che all’ombra del Castello Svevo, per prendere come esempio il capoluogo, gli abitanti che vengono da Paesi diversi dall’Italia siano al momento 4.271, il 6,7% della popolazione cittadina. Si tratta di un dato che in qualche modo riesce a tappare una curva demografica discendente che coinvolge soprattutto i più giovani, con la fascia post-liceale che segna tanti emigrati e un crollo di circa mille abitanti fra i 20 e i 29 anni.