Divieto di dimora per un ex assessore. Già nel 2024 erano stati sequestrati immobili, gioielli e denaro. Le indagini più recenti hanno individuato ulteriori 116 mandati di pagamento, con cui sarebbero stati sottratti altri 50mila euro tramite indebiti aumenti delle indennità di carica
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I carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo hanno sottoposto alla misura cautelare del divieto della dimora nel comune di residenza Vincenzo Anania, 74enne, già assessore del Centro di Savelli (nel Crotonese), dal giugno del 2018 al luglio del 2020, indagato, insieme ad altre quattro persone, Tommaso Frigoli, Bruno Vittorio Caligiuri, Letizia Grazia Barbato e Antonio Cerminara, rispettivamente, 47enne, 73enne, 31enne e 43enne, tutte già titolari di diversi incarichi amministrativi, tra cui quelli di sindaco e vice sindaco della Giunta comunale, in diversi periodi, comunque intercorsi tra il 2018 e il marzo del corrente anno. Sono accusati a vario titolo, di peculato, falsità ideologica e materiale, commesse dal Pubblico Ufficiale negli atti pubblici, nonché di concussione.
Le indagini sono state dirette dalla Procura della Repubblica del Capoluogo, diretta d Domenico Guarascio, e condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del dipendente Reparto Operativo, quale naturale prosecuzione di quelle, esperite, dal novembre del 2023, a seguito della ricezione della denuncia dell’ammanco di circa 1 milione di euro dal Bilancio del Comune, presentata dal sindaco e dal segretario comunale del centro, che, dagli accertamenti, eseguiti, è stata ulteriormente aggiornata a complessivi 3.024.091,00 euro, nel periodo, intercorso dall’agosto del 2008 al dicembre del 2023.
L’inchiesta precedente
L’originaria attività permise, lo scorso 11 febbraio, la notifica e la contestuale esecuzione a carico di due persone, originarie del Crotonese, di cui una residente a Rende, di un decreto di sequestro preventivo di un immobile, ubicato nel centro cosentino, individuato quale verosimile provento dei delitti di peculato, falso e autoriciclaggio, intestato in maniera fittizia ad una 32enne, figlia di uno degli originari indagati, nell’ambito del procedimento penale, instaurato, all’esito delle indagini, successivo a quello del maggio del 2024, allorquando è stato eseguito un primo sequestro preventivo di beni, con la contestuale notifica di un avviso di garanzia, emesso dalla Procura della Repubblica di Crotone, nei confronti di tre co - indagati, a vario titolo, per peculato, falsità ideologica e materiale, commesse dal Pubblico Ufficiale in degli atti pubblici e per impiego di denari, beni o utilità di provenienza illecita (auto - riciclaggio), commessi, in concorso, ai danni dell’ente, da cui, in maniera fraudolenta, due persone, dal 2013 al 2023, nelle qualità di Responsabile del Settore Finanziario - Contabile - Tributi, fino al 15 novembre 2023, e di impiegata con la mansioni sia di Collaboratore del Settore Finanziario che di Economo Comunale, fino al 1° novembre 2020 (data del suo pensionamento) e, successivamente, come collaboratore a titolo gratuito presso l’Ente, insieme a un terzo soggetto, avrebbero sottratto delle somme, complessivamente ammontanti a 2.830.404,05 euro, accreditate tramite il servizio di Tesoreria Comunale con 320 mandati di pagamento, diretti ai loro conti personali o delle aziende, ai medesimi riconducibili, dai quali, successivamente, sono stati disposti dei bonifici nei confronti dei rispettivi familiari, tentando di eludere preventivamente ogni possibile controllo.
In quella circostanza, furono, altresì, sequestrati: del materiale documentale, allora rimesso all’Autorità Giudiziaria, mandante del provvedimento; del denaro contante (ammontante a circa 18.000,00 euro e a 1.300,00 dollari americani, dei gioielli e dei preziosi tra i quali alcuni orologi di grande pregio delle marche Rolex e Baume & Mercier, nonché dei gioielli della nota marca Bulgari, aventi un valore stimato in non meno di 150.000,00, depositati in un apposito Istituto di Credito); dei conti correnti, delle società, dei beni immobili (4 appartamenti e 2 ampi terreni agricoli, aventi un valore stimato in circa 800.000,00 euro) e degli auto - motoveicoli (due autovetture Toyota Rav 4 del 2020 e BMW serie 3 cabrio coupé del 2022, nonché un motociclo Ducati Monster del 2020), messi nella disponibilità dell’Amministratore Giudiziario, nominato dalla Procura della Repubblica di Crotone per gli adempimenti di sua competenza.
In particolare, le seguenti verifiche, avrebbero consentito di appurare la distrazione fraudolenta, con le medesime modalità truffaldine, già riscontrate in precedenza, di circa 305.000,00 euro.
Le precedenti investigazioni sono state eseguite dal personale del citato Nucleo Investigativo e coordinate dalla Procura della Repubblica di Crotone, alla quale, dopo un meticoloso lavoro di ricostruzione documentale dei flussi finanziari degli indagati e delle società, agli stessi riconducibili, è stato presentato un quadro indiziario, che ha fatto emergere le loro responsabilità nell’esecuzione complessiva di ulteriori 105 (centocinque) mandati di pagamento falsi, in aggiunta ai 320 (trecentoventi), già contestati.
Attirò l’attenzione degli operanti e destò delle perplessità, permettendo di risalire alla totalità delle suddette somme, distratte, la modalità, adottata dai dipendenti del “Settore Finanziario” del Comune di Savelli, originariamente, e di quelli degli altri già menzionati Enti Pubblici, i quali avrebbero mascherato gli illeciti versamenti, facendo figurare i mandati di pagamento, presenti nella Contabilità, in favore di persone fisiche o giuridiche, aventi diritto, mentre, nella Tesoreria, indirizzandoli, di fatto, a dei soggetti diversi da quelli realmente titolari del beneficio, così rendendo estremamente difficoltoso riscontrare tali condotte con degli accertamenti sommari e non specificamente eseguiti su ogni singolo documento, mediante la comparazione tra quelli, registrati “in Contabilità”, e i corrispondenti “in Tesoreria”.
L’ultima indagine
L’odierna attività, pertanto, inquadrandosi nella precedente e più ampia investigazione, avrebbe consentito di acclarare le responsabilità dei nuovi indagati nell’illecita percezione, mediante altri 116 mandati di pagamento, a loro diretti dalla Tesoreria comunale, di una somma, complessivamente ammontante a poco più di 70.000,00 euro, di cui circa 50.000,00 illeciti, scaturita dall’illegittimo aumento delle indennità, percepite per le loro cariche, ricoperte, da 152,43 euro a 400,00 euro, per la quale sono stati, altresì, eseguiti dei sequestri per equivalente dei conti correnti e delle altre disponibilità finanziarie agli indagati.
