Altro che mito latino o romanticismo mediterraneo: l’Italia è ufficialmente la capitale europea del sesso a pagamento. A certificarlo è un’analisi condotta da Mistress Advisor, che ha studiato i volumi di ricerca su Google nelle principali città del continente, incrociandoli con i dati demografici. Il risultato è sorprendente: nessun Paese, nemmeno il più permissivo, registra un interesse online per escort paragonabile a quello italiano.

Il primato spetta a Parma, città apparentemente tranquilla e benestante, che si ritrova in cima a una classifica inattesa. Secondo i dati, qui si registra una ricerca di escort ogni tre abitanti: un rapporto che non ha eguali in Europa. Dietro Parma, si collocano Brescia, Modena, Trieste e Verona, dove le proporzioni variano da una ricerca ogni quattro a ogni cinque cittadini. Un fenomeno di massa che, spiegano i ricercatori, “rivela un comportamento diffuso, trasversale e radicato nella normalità digitale del Paese”.

E se le città medie si distinguono per intensità, le grandi metropoli non sono da meno. A Roma si contano oltre 301.000 ricerche su 4,1 milioni di abitanti, pari a un romano su 14. A Napoli le ricerche sono 246.000 su 3,3 milioni di residenti (una su 13), mentre Milano mantiene un rapporto altissimo, una ogni 19 abitanti. Torino, infine, sorprende con un dato che sfiora un cittadino su dieci.

Digitare ‘escort + città’ non è un fenomeno marginale, ma un’abitudine di massa”, sottolineano gli analisti di Mistress Advisor, che hanno utilizzato i dati della piattaforma SEMrush integrati con le statistiche di Eurostat. Le tracce digitali non lasciano spazio a dubbi: la domanda è reale, costante e in crescita.

L’Italia guida così una classifica che mette in secondo piano anche le grandi capitali del Nord Europa. A Londra le ricerche sono appena 33.000 su oltre 10 milioni di abitanti, a Parigi una ogni 200 e a Berlino una ogni 250. Persino in città note per la loro vita notturna, come Amsterdam o Barcellona, le percentuali restano sotto il 5%, mentre in molte città italiane superano il 20%.

La spiegazione, secondo sociologi e analisti, non è solo economica. “Il boom di ricerche – spiega il sociologo Roberto De Donno – riflette un mutamento culturale profondo. Il sesso a pagamento non è più percepito come un tabù, ma come una parte della vita digitale, consumata in modo discreto, spesso per curiosità più che per reale fruizione del servizio”.

A influenzare il fenomeno concorrono anche altri fattori: la capillarità turistica di città come Roma, Firenze e Milano, l’espansione delle piattaforme di incontri e la crescente solitudine urbana. Ma soprattutto, la presenza di centri medi ad alto reddito e forte anonimato sociale, terreno ideale per il consumo “digitale” di eros.

Lo studio evidenzia anche la differenza tra le regioni: il Nord domina con Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, mentre nel Sud le città più attive sono Napoli, Bari e Catania. “Nelle province settentrionali – aggiungono gli autori – si registra una maggiore frequenza di ricerca, ma nel Mezzogiorno il numero medio di clic per utente è più alto, segno di un interesse più mirato”.

Dietro ai numeri si nasconde però una realtà meno patinata. Gli esperti ricordano che la crescita delle ricerche online non equivale necessariamente a un aumento delle prestazioni reali, ma indica un’evoluzione del mercato: dalla strada al web, dal contatto fisico alla curiosità digitale.

Un primato, insomma, che racconta un’Italia contraddittoria: moralista in pubblico, ma curiosa e disinibita online. “Non è solo un fatto di costume – conclude lo studio – ma un indicatore sociale: il desiderio, in rete, è diventato statistica. E in questo campo, l’Italia non teme confronti”.