Le profondissime radici storico-culturali e identitarie della Calabria sono una leva formidabile di sviluppo. Ne hanno parlato più volte, in merito a questa convincente prima esperienza di collaborazione fra il Merano Winefestival, la Regione e l’Arsac, l’assessore all’Agricoltura, Gianluca Gallo, e il patron Helmuth Köcher, entrambi convinti che vitigni e vini abbiano in sé la straordinaria capacità di raccontare le mille sfumature di ogni territorio di un’Italia unita dai propri saperi originali e dal proprio genio riconosciuto universalmente.
Ieri sera, davanti a una terrazza panoramica di Cirò dalla quale si potevano ammirare il Mar Jonio e Punta Alice (immortalata dalla fotografia che correda questo articolo), Gianluca Gallo a una precisa domanda sul significato più autentico di questa nuova iniziativa promozionale ha risposto: «Luigi Lilio!». Certo, anche Luigi Lilio, scienziato di raro acume protagonista della riforma del Calendario Gregoriano, che ha letteralmente impressionato la visione eclettica di Helmuth Köcher, rientra a pieno titolo in quell’immenso, unico, distintivo, non delocalizzabile libro di storia scritto dalla Calabria in migliaia di anni, a partire dalla Civiltà Enotria che proprio nel Cirotano ebbe una sua particolare connotazione con i Choni (si legga la corposa opera «L’Alberello Enotrio» già presentata nel corso delle ultime edizioni del Vinitaly e di Tuttofood Milano).

Di vini buoni se ne producono in tutto il mondo, ma i vitigni d’Italia, e in particolare di alcune regioni del Sud, esprimono una forza, un carattere e singolari peculiarità che sono figlie di stratificazioni misurabili in decine di secoli. Helmuth Köcher e i suoi esperti, che pur sono molto legati alle proprie aree di provenienza e ne parlano sempre con entusiasmo, hanno apprezzato in maniera non stereotipa diverse declinazioni del Gaglioppo, del Pecorello, del Greco Bianco, del Greco Nero, cogliendone appieno l’indissolubile rapporto con la storia, con la biodiversità, con saperi che, ritorniamo al genio assoluto di Lilio, sono l’anima di una regione antichissima.

Ecco quindi che le numerose etichette dei vini prodotti dalle tante cantine del Cirotano sono da valutare come un tutt’uno con l’esperienza dell’Enotria e del mitico Re Italo, dei Choni, della Magna Grecia, di Sibari, di Kroton, di Krimisa, dell’immenso Pitagora, di Milone, il più grande olimpionico di tutti i tempi che, come tramanda la storiografica antica, si nutriva di carne rossa e di vino.

Eccola la bellezza dell’Italia, dall’Alto Adige a Punta Alice, preziosa, inimitabile, esaltata dalle stagioni più luminose dell’Enotria, della Magna Grecia, di Roma, del Rinascimento…
Epoche alle quali occorre guardare ancora oggi per trovare le risposte che necessitano sul fronte dello sviluppo sostenibile, nonché di una soluzione intelligente per le gravi distorsioni determinate da un modo errato di affrontare la globalizzazione.

Una chiosa finale: con il collega Andra Radic, che accompagna in quest’avventura il Merano Winefestival, la mente è andata anche a quell’Area Grecanica da dove sono partite alcune comuni radici. Un altro capitolo avvincente che ha i profumi inconfondibili del Bergamotto e del Greco di Bianco.