«Permesso di soggiorno subito». È questa la richiesta che arriva da Piazza Undici Settembre, in pieno centro a Cosenza, davanti la Prefettura del capoluogo bruzio. A farla, gli immigrati dei centri d’accoglienza del territorio, che chiedono di essere ricevuti dalla Commissione Territoriale. Arrivati due anni e mezzo fa, non hanno ancora avuto la prima chiamata dall’organismo che si occupa di rilasciare i permessi di soggiorno e gli asili politici. Molti di loro provengono dal Burkina Faso, come dimostrano alcune bandiere, ma la loro terra d’origine è varia. Al loro fianco, i sindacalisti di USB.

Si tratta del secondo appuntamento in pochi giorni dopo che, lo scorso mercoledì, nella sede dell’Unione Sindacale di Base c’era stata la testimonianza di Youssef, sbarcato a Lampedusa il 4 agosto 2023 e ancora in attesa di prima convocazione. Oggi sono circa quaranta gli immigrati in protesta davanti la Prefettura di Cosenza. E c’è stata una prima risposta.

Catanzariti (USB): «Appuntamento il 2 dicembre»

Ad annunciarlo, il sindacalista USB Cosenza Stefano Catanzariti: «La Prefettura ha annunciato che ci riceverà il prossimo due di dicembre, quindi fra una settimana esatta. Noi abbiamo chiesto che, oltre ai rappresentanti del Governo e dei Paesi da cui provengono questi ragazzi, possiamo esserci anche noi di USB sia coi rappresentanti locali sia con quelli nazionali. Abbiamo chiesto inoltre anche la presenza della curia, che da tempo si è interessata a questa battaglia, e quella dell’ufficio immigrazione della Questura». 

Già, perché il problema riguarda anche i permessi temporanei rilasciati dagli uffici, molto spesso intasati, di via Giovanni Palatucci. «Non è ammissibile – aggiunge Catanzariti – che questi ragazzi prendano un permesso oggi e fra due mesi debbano prenderne un altro. È normale che poi si crei il caos che vediamo tutti i giorni negli uffici».

«Commissione Territoriale depotenziata, solo sette impiegati per due regioni»

In protesta davanti alla Prefettura di Cosenza, insieme ai migranti dei centri d’accoglienza del territorio, anche Yacouba Saganogo, rappresentante nazionale di USB. «Noi vogliamo essere ricevuti subito dalla Commissione Territoriale – spiega Saganogo al microfono – perché non è ammissibile aspettare due anni e mezzo. Vogliamo lavorare, pagare le tasse e contribuire, integrarci nel Paese, non essere un peso per gli italiani. Chi dal Governo dice di volerci mandare a casa, in realtà, non fa altro che rallentare il nostro percorso. Noi vogliamo contribuire, non pesare».

Sulla Commissione Territoriale, peraltro, grava una enorme carenza d’organico: «Abbiamo appurato che a Crotone lavorano soltanto sette persone che si devono occupare sia della Calabria sia della Basilicata – spiega ancora Stefano Catanzariti – ed è quindi più che comprensibile che il lavoro sia rallentato. Le giustificazioni, però, valgono fino a un certo punto: questo sottonumero è un sottonumero voluto dal Governo, evidentemente, che spende soldi nei fallimentari centri in Albania – aggiunge – invece di potenziare queste strutture. Qui c’è in gioco la vita delle persone, non un’elezione».