Dopo la dichiarazione di decadenza per il sindaco Lucano arriva la nuova stangata in un documento inviato al Comune. Il capogruppo di minoranza Trifoli: «Si torni subito a votare»
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Tre milioni di euro da restituire. È questo il conto chiesto dal Viminale al Comune di Riace guidato dal sindaco (decaduto) Mimmo Lucano. La cifra è riportata in un documento inviato lo scorso 29 maggio via pec dalla Direzione centrale dei servizi civili per l’immigrazione e l’asilo del Ministero dell’Interno al Comune della Locride.
Il Ministero scrive che «alla riammissione del progetto di finanziamento», che il sindaco aveva tentato di ottenere, «ostano anche la sopravvenienza del debito accertato a carico di codesto Comune, pari a euro 3.323.595,47, con riguardo al progetto in questione, e a euro 69.751,21, con riguardo al progetto Msna», nonché la «mancata rendicontazione delle spese sostenute nel 2017 e nel 2018», si legge nella raccomandata urgente notificata con oggetto «riscontro a richiesta inserimento progetto accoglienza e integrazione immigrati e contestuale rinnovo richiesta restituzione somme». Ora, quindi, il Viminale è intenzionato a chiedere la restituzione di questi soldi negando ulteriori progetti pro-migranti.
Nei giorni scorsi Lucano è stato dichiarato decaduto dalla carica di sindaco dal tribunale di Locri, accogliendo il ricorso del Prefetto di Reggio Calabria. La decisione applica la Legge Severino a seguito della condanna definitiva a 1 anno e 6 mesi per falso in atto pubblico, emessa nel processo “Xenia” sulla gestione dei progetti di accoglienza. Adesso Lucano potrebbe decidere di impugnare la pronuncia in Appello, con incarico al vicesindaco ff Maria Spanò, aprendo così un nuovo fronte giudiziario.
«Per noi non c’era bisogno che lo dicesse il tribunale – ha espresso il capogruppo di minoranza ed ex sindaco Antonio Trifoli - Si sta solo perdendo tempo in beghe giudiziarie. Doveva essere il consiglio comunale a dichiarare la decadenza di Lucano». Per Trifoli «Al netto della questione giudiziaria, c’è una questione politica di un’amministrazione che non è più in grado di amministrare. Continueremo a fare opposizione chiedendo di tornare al più presto ad elezioni».