Il porto ha ospitato la commemorazione interreligiosa. Il primo cittadino: «Un dovere accogliere chi viene salvato in mare». Il messaggio del vescovo Oliva: «Mai più simili tragedie»
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Una preghiera al porto delle grazie di Roccella Jonica condivisa oltre ogni fede ed una corona di fiori perché la memoria patisca e il tempo che passa non accresca l’indifferenza a un anno dal naufragio avvenuto nella notte tra il 16 e 17 giugno 2024 a 100 miglia delle coste reggine in cui persero la vita più di 50 migranti. E’ stata una cerimonia sobria ma dall’alto valore simbolico quella organizzata dalla Caritas diocesana e dall’Ufficio Migrantes, a cui hanno partecipato anche il sindaco Vittorio Zito e i rappresentanti delle forze dell’ordine.
«Quelle cose sono accadute e vanno ricordate e raccontate - ha espresso il primo cittadino roccellese - perché non ricordate e non raccontarle inaridisce in qualche modo i nostri cuori. Poi c’è qualcosa che non è accaduto e dobbiamo fare in modo che accada. Non è accaduto che tutti i rappresentanti politici più alti di governo rispetto al governo territoriale sono stati presenti a Roccella come andava fatto indipendentemente dal governo che in questo momento governa il nostro paese. Credo che questa cosa non debba più accadere, perché è importante che nel momento in cui si verificano queste tragedie ci sia veramente l’afflato di tutto il popolo italiano. Noi abbiamo il dovere di accogliere chi viene salvato in mare, questo lo abbiamo fatto e lo faremo fino a quando le forze ce lo consentiranno»
Un messaggio è giunto anche da parte del vescovo Francesco Oliva. «Torniamo a gridare a più voci ed a sperare che mai più accadano simile tragedie. Sono naufragi di umanità che spengono i sogni e le speranze di chi voleva fuggire dall’umiliazione di violenze, dalle guerre, dalla povertà in cerca di speranza e di pace. Oggi insieme ai rappresentati di altre religioni viviamo un gesto di condivisione e di misericordia che ci rende più umani in un abbraccio universale che unisce tutti i popoli in una famiglia. Solo così sarà possibile una pace vera e stabile».
Ad accogliere i superstiti sulla banchina del porto un anno fa i volontari della Croce Rossa. «Non è stato facile perché eravamo abituati dal 2008 ad oggi ad accogliere persone vive, il molo era ricco di gente che pettinava e accudiva i bambini - le parole del presidente del comitato della Locride Concetta Gioffrè - Quel giorno invece non era così, siamo stati presenti per coloro che sono arrivati, abbiamo accompagnato e seguito i superstiti nei vari ospedali, siamo stati presenti per i parenti delle vittime che si sono recati a Roccella per chiedere notizie sui loro cari. Non siamo stati soli, abbiamo avuto il sostegno non indifferente del sindaco, della Guardia costiera e delle forze dell’ordine. Ognuno ha operato con un’umanità indescrivibile. Non riesco a dire altro. L’emozione mi toglie la voce. Spero che quanto accaduto non si possa verificare mai più».