Nelle pieghe della presentazione della propria candidatura alla carica di rettore dell’Università della Calabria, Franco Rubino, direttore del Dipartimento di Economia e Scienze giuridiche (Discag) dell’ateneo, inserisce anche i propri rapporti personali con il presidente della Regione Roberto Occhiuto, che ad Arcavacata si è laureato in scienze economiche e sociali «quando io – ricorda il docente – ero un giovane ricercatore. È il primo laureato dell’Unical a ricoprire il ruolo di governatore della Calabria – ha sottolineato Rubino – Il mio rapporto con lui è stato sempre ottimo, rimarrà sempre ottimo. La vicenda giudiziaria è ancora in un una fase embrionale. Sembra una fase fatta ma è così. Gli organi competenti valuteranno. Io posso dire sul presidente che, a mio giudizio, è una persona corretta, è una persona onesta, è una persona che ha governato sempre con trasparenza. Poi in questi meccanismi giudiziari, ahimè, tutti ci possiamo capitare. Anche io una volta ci sono capitato. Però poi l’inchiesta è stata archiviata, perché non c'era niente di concreto».

Conferenza stampa all'Università della Calabria del direttore del dipartimento di scienze giuridiche e aziendali Franco Rubino, candidato alla carica di rettore dell'Ateneo di Arcavacata

Il rettore non è un monarca

Quella di Rubino è la prima candidatura ufficiale in campo, contrapposta a quelle ancora virtuali di Gianluigi Greco, direttore del dipartimento di matematica e informatica e presidente dell’Associazione italiana per l’Intelligenza artificiale, e di Patrizia Piro, già prorettrice dell’uscente Nicola Leone. Al quale Rubino imputa una gestione estremamente verticistica dell’ateneo «derivante – ha detto l’aspirante rettore - da una interpretazione in senso restrittivo della riforma Gelmini del 2010 che ha portato alle nomine e non alla elezione, delle figure che siedono in consiglio di amministrazione». Una visione che l’attuale direttore del Dipartimento di Economia e Scienze giuridiche intende ribaltare per garantire a tutte le componenti accademiche, incluso il personale tecnico amministrativo, un accesso democratico agli organismi di gestione del Campus. «Perché il rettore non è un monarca» insiste, pur riconoscendo a Leone la bontà del lavoro svolto ed i progressi compiuti nel corso del sessennio che si va concludendo, in termini di risultati reputazionali raggiunti dall’Università della Calabria ed anche sotto il profilo del numero degli iscritti.

Riequilibrare le risorse

Nell’elencare i punti del suo programma, Rubino ha poi messo in fila una serie di tutt’altro che velati riferimenti a presunti squilibri registrati nella ripartizione delle risorse, «operata senza una preventiva discussione» e che ha visto alcuni dipartimenti privilegiati rispetto ad altri. Chiaro il riferimento al corso di laurea in medicina: «Tutte le singole materie di tutti i corsi devono avere pari dignità. Certamente – ha affermato il docente - quando c'è qualcosa di nuovo, affinché questo qualcosa di nuovo si sviluppi, serve maggiore attenzione ed un sostegno più accorto. Quindi non mi meraviglio che in una fase iniziale ci sia stata una maggiore attenzione anche in termini di risorse verso alcuni dipartimenti anziché altri. Ora però quella fase è finita e dobbiamo trovare il modo di correggere il tiro affinché tutti possano crescere. Perché – dice con riferimento alla teoria della inutilità dell’inutile dell’indimenticato Nuccio Ordine - anche la cultura umanistica fa la persona» ponendo quindi su una scala egalitaria i vari percorsi dell’ampio bouquet dell’offerta formativa dell’ateneo.

Il nuovo ospedale e l’eventuale competitor

Sul nuovo ospedale Rubino ha aggiunto: «La scelta del sito su cui costruirlo non spetta all’Unical. Certo, per un motivo di opportunità sarebbe bene averlo qui ad Arcavacata però, visto che per la sanità in Calabria bisogna fare tutto ciò che è possibile fare, io dico: non lo volete fare all'Unical? Fatelo dove volete, purché lo facciate, perché la gente ha bisogno di cure, ha bisogno di sanità, ha bisogno di salute». Sull’eventuale competitor afferma: «Stimo molto Gianluigi Greco – conclude ponendo l’accento sul suo più accreditato competitor – È un professionista preparato. Lui ha una visione forse un po' più vicina a quella dell'attuale governance, ma questo non inficia nulla a livello di rapporti personali. Io mi auguro che quella che si sta aprendo possa essere una campagna elettorale civile, democratica, scevra da critiche personali. Dobbiamo parlare di programmi, di quello che vogliamo fare, di dove vogliamo andare, di cosa vogliamo costruire».