Organizzare una vacanza in Italia, oggi, sembra più un esercizio di frustrazione che un sogno da realizzare. Facciamo un gioco: immaginiamo di voler prenotare una settimana di ferie ad agosto, nel cuore dell’estate, in una località italiana di fascia media. Niente Capri o Portofino: scegliamo, ad esempio, San Vincenzo, una località balneare toscana, né troppo economica né troppo esclusiva.

Una famiglia di quattro persone (due adulti e due figli) cerca una sistemazione in un appartamento con cucina, per contenere almeno i costi dei pasti. Risultato?

- Alloggio: 7 notti in appartamento, minimo 1.200 euro

- Cibo (spesa base + qualche pasto fuori): 500 euro

- Spiaggia attrezzata (2 lettini + ombrellone): 25 euro al giorno = 175 euro

- Carburante/autostrada: 150 euro

- Piccoli extra (gelati, parcheggi, gite): 200 euro

Totale: 2.225 euro per una settimana in Italia, in modalità “low luxury”, senza voli, senza hotel a 4 stelle, senza ristoranti gourmet.

Ora facciamo due conti: secondo l’ISTAT, nel 2024 il reddito netto mensile medio di una famiglia italiana si aggira intorno ai 2.500 euro. Significa che per permettersi una sola settimana di vacanza, una famiglia media dovrebbe spendere quasi un intero stipendio. E questo senza contare eventuali rate del mutuo, affitti, spese scolastiche o imprevisti.


Il paradosso è sotto gli occhi di tutti: mentre i prezzi salgono (alloggi, spiagge, cibo, carburante) gli stipendi restano fermi, inchiodati a valori che, per molti, non sono cambiati in dieci o vent’anni. Dieci anni fa, con 1.500 euro si riusciva a pagare un’intera vacanza per 4 persone, magari in un agriturismo o in una pensione familiare. Oggi, con la stessa cifra, si riesce a coprire a malapena la metà dei costi.

E così, le vacanze stanno tornando un lusso per pochi. Secondo le ultime rilevazioni, circa una famiglia italiana su tre non andrà in vacanza nemmeno quest’anno, per motivi economici. Un tempo si chiamavano “ferie”: oggi si traducono sempre più spesso in “restare a casa”. 
Certo, c’è chi prova a trovare soluzioni alternative: case di amici, scambi di ospitalità, viaggi last minute. Ma il senso di frustrazione resta: perché in un Paese che fa del turismo il suo vanto, gli italiani sembrano diventati ospiti indesiderati nella propria terra.

Non si tratta solo di svago: le vacanze sono un diritto, una pausa necessaria per la salute mentale e familiare. Ma se i salari non salgono e l’inflazione continua a divorare il potere d’acquisto, quel diritto si trasforma in un miraggio. E allora la domanda è: che estate ci aspetta? Quella dei trolley pieni o quella delle valigie mai fatte?