Lo sventurato rispose. Per tutto il weekend si è sparsa la notizia che finalmente Pasquale Tridico aveva capitolato a quegli scellerati di professione del centrosinistra. Molti giornali davano per certo che l’uomo dell’Inps ha detto finalmente sì, ringalluzzendo gli aspiranti consiglieri regionali di quella parte politica. D’altronde da settimane negli ambienti del Pd romano circola un sondaggio che vede Tridico molto vicino ad Occhiuto nelle preferenze dei calabresi e come indice di popolarità, mentre tutti gli altri candidati sarebbero lontani mille miglia dal forzista.

I retroscenisti da bar si sono messi a scrivere che alla fine le pressioni sull’europarlamentare sarebbero tali e tante che alla fine ha dovuto rinunciare al suo impegno di restare fedele al mandato degli elettori che lo hanno spedito a Bruxelles e che senza la sua discesa in campo il rischio di sfasciare la coalizione, a colpi di veti incrociati, è altissimo. Il diretto interessato, però, proprio come Gertrude con la madre Badessa, non parla. Proprio quando è in vena di loquacità dice «sto valutando». Cosa debba valutare di preciso ancora nessuno lo capisce, figuriamoci gli elettori.

L’unica cosa certa è che tutta la coalizione è ferma su di lui e si aspetta il fantomatico ok dai 5Stelle che secondo taluni è alle prese con faide interne. Arriverà oggi? Chi lo sa... quello che si sa è che oggi a Roma è in agenda una riunione fra i leader nazionali del centrosinistra. Superata la data di Ferragosto, difatti, dalla Capitale qualcuno, prudenzialmente, dice «chiudiamo entro il 20». Con tutta calma, come del resto avvenuto nelle ultime due elezioni regionali, rovinosamente perse.

Intanto il tempo passa e mentre il centrosinistra è immobile, l’altra parte organizza liste e voti. E ovviamente se la ride. C’è addirittura il tempo, dalle parti del centrodestra, di spargere veleni. La voce di un possibile ritiro di Occhiuto come candidato aumenta, rafforzata dall’ultimo sondaggio sul gradimento dei presidenti di Regione. Lo ha realizzato l’istituto demoscopico Lab21 su incarico di Affaritaliani, che di certo non è il Manifesto. In questo sondaggio Occhiuto che qualche mese fa era al quinto posto, scivola al decimo.

Intanto Open, il sito di Enrico Mentana, parla di grandi frizioni in Forza Italia, preoccupata per il fuoco di fila delle notizie sulle indagini che appaiono quotidianamente sui giornali nazionali. In molti, nonostante Occhiuto ripeta di essere super tranquillo e provi a tamponare con altrettante interviste su varie testate nazionali, hanno paura che nelle prossime settimane possa arrivare qualche brutta notizia dalle Procure che possa compromettere la campagna elettorale. O peggio ancora che qualcosa possa arrivare dopo il voto e gettare così alle ortiche una eventuale vittoria.

Un segnale di questo nervosismo lo si rintraccia a Crotone dove un big del partito come l’ex deputato Sergio Torromino ha lasciato l’incarico di segretario provinciale di Forza Italia nel pieno delle operazioni per la scelta delle candidature. I motivi non sono chiari, Torromino parla di una spinta propulsiva del partito che si è spenta sul territorio e molti hanno guardato in direzione del sindaco Vincenzo Voce in netto avvicinamento ad Occhiuto. Può essere. Di certo non è un bel segnale per il centrodestra.

A questo si aggiunge la pressione di Fratelli d’Italia che vuole contare di più in Regione, con deleghe vere e più pesanti.Insomma nel centrodestra ognuno sembra ostaggio dell’altro: Occhiuto della coalizione e la coalizione di Occhiuto. Ma non fa nulla, tanto ci pensa il centrosinistra ad autodistruggersi.

Il tempo passa, la proposta di governo alternativo non si vede e tutti sono impegnati a guardare verso Pietrapaola: Tridico rispose oppure no? Ci vorrebbe l’arguzia del Manzoni per saperlo.