Sembrano finite, ma non è proprio così. C’è una coda alle elezioni regionali del 7 ottobre. Riguarda un ricorso che è pronto innanzi la Corte d’Appello di Catanzaro e che riguarda il partito “Noi Moderati”. La formazione di Maurizio Lupi ha raggiunto il quorum del 4% soprattutto grazie al traino di Vito Pitaro con i suoi dodicimila voti.

Il quorum, però, è stato acciuffato per una manciata di voti e il controllo dei giudici di Catanzaro potrebbe cambiare clamorosamente le carte in tavola con lo stesso Pitaro e l’avvocato cosentino Riccardo Rosa che si troverebbero fuori dal consiglio. Da qui un effetto a cascata che coinvolgerebbe non solo la circoscrizione Centro, ma anche quella Sud. Con il medico Sarica, sostenuto da Giuseppe Scopelliti, che potrebbe essere ripescato.

Ovviamente questa vicenda avrà rilevanza non solo sulla composizione del consiglio, ma anche della giunta regionale. Se il risultato di Noi Moderati verrà confermato, il partito con due esponenti in consiglio potrebbe chiedere un posto al sole. In caso contrario per Roberto Occhiuto sarebbe un problema in meno. 

Al momento, tuttavia, l’ipotesi di un ribaltone è quasi scongiurata: ne sapremo di più nelle prossime ore.

Giunta Calabria, le ipotesi in campo

Il presidente in queste ore sta infatti riflettendo sulla composizione della futura giunta che sarà ancora formata da sette elementi. Nel luglio scorso, infatti, il Parlamento ha approvato una legge in base alle quali le regioni con meno di due milioni di abitanti (Il caso della Calabria) possono aumentare la composizione della giunta da sette a nove elementi. La legge, però, deve essere recepita dalle singole Regioni che devono arrivare ad un cambio dello Statuto. L’interruzione a sorpresa della legislatura lo ha impedito.
Probabile quindi che Occhiuto varerà una giunta temporanea, in attesa di un “allargamento”. La modifica statutaria ha un iter abbastanza complesso. Dopo l’approvazione in prima seduta, devono decorre sessanta giorni, durante i quali si può richiedere un referendum per la ratifica. Trascorso questo termine il testo torna in aula per una seconda approvazione ed infine entra in vigore dopo 90 giorni dalla pubblicazione sul Burc. Insomma occhio e croce ci vorranno circa sei mesi per la modifica.

Restando la giunta composta da sette elementi le strade su cui stanno ragionando i partiti sono due. La prima è quella di mantenere lo schema dell'ultima giunta. A Fratelli d’Italia spetterebbe il vicepresidente della giunta e un assessore. Alla Lega la presidenza del consiglio e un assessore. Un eventuale altro assessore a Noi Moderati, tutto il resto appannaggio di Forza Italia intesa come area (quindi Fi e Occhiuto Presidente) che può contare su una forza di fuoco di quattordici consiglieri. Altra ipotesi è Presidenza del consiglio alla Lega più un assessore, vicepresidenza e un assessore a Fratelli d’Italia.

Più complesso inserire in queste caselli i nomi, perchè a complicare le cose c’è la vicenda del consigliere supplente. Al momento uno solo è certo del posto in giunta ovvero mister trentamila preferenze, Gianluca Gallo. Per lui l’assessorato è garantito e di riflesso è certa l’entrata in consiglio regionale di Antonio De Caprio. Un’altra postazione dovrebbe toccare a Pasqualina Straface, non solo per il risultato ma anche per il credito che può vantare verso Occhiuto quando ha deciso di immolarsi candidandosi sindaco di Corigliano Rossano.

Poi c’è da considerare l’asse reggino rappresentato da Francesco Cannizzaro. Il suo uomo è Salvatore Cirillo che ha ottenuto una grande performance elettorale. Sempre in “quota Cannizzaro" potrebbe restare in giunta Maria Stefania Caracciolo, ex assessore ai Lavori Pubblici. Più delicata la vicenda in Occhiuto presidente. Pierluigi Caputo è primo della lista ed è alla sua terza legislatura. Probabile che avrà un posto nell’esecutivo. Ad insediarlo però c’è Rosaria Succurro che è arrivata seconda ma ha dalla sua il fatto che può risolvere il problema delle quote rosa e vantare un lungo stretto rapporto con la famiglia Occhiuto. La partita qui è molto in bilico.

Per Fratelli d’Italia tutto dipende cosa vorrà fare la Meloni. Potrebbe imporre il sacrificio a Wanda Ferro e chiederle di assumere la carica di vicepresidente della giunta, in questo caso dovrebbe dimettersi da Sottosegretario agli Interni. L’altra postazione dovrebbe essere appannaggio di Antonio Montuoro. Questi potrebbe avere un assessorato pesante se la Ferro invece dovesse restare a Roma e l’altro nome in predicato di diventare assessore è quello dell’uscente Giovanni Calabrese.

Grande marasma invece nella Lega. Il presidente del consiglio uscente, Filippo Mancuso, rivorrebbe la sua poltrona di presidente del consiglio. Postazione però che è ambita anche da Giuseppe Mattiani.
Il tema qui diventa il consigliere supplente. Se Mancuso diventa assessore in consiglio entra Gianpaolo Bevilacqua che però non è gradito all’establishment della Lega in quanto esterno al partito. Stessa situazione per Mattiani. Se dovesse diventare assessore, in consiglio entrerebbe il medico Franco Sarica, l’uomo di Scopelliti. I leghisti duri e puri (Minasi, Capponi, Geraldi) spingono per evitare l’ingombrante presenza dell’ex Governatore nella Lega. Anche Cannizzaro non sarebbe felicissimo di potenziare Scopelliti anche in previsione delle elezioni al Comune di Reggio, ma a Duringon l’ipotesi non dispiace.

Se Mattiani diventa presidente del consiglio però per Mancuso non ci sarebbero altre chance se non quella di diventare capogruppo per le ragioni di cui parlavamo prima. In questo caso per il posto in giunta Salvini penserebbe ad un tecnico d’area o un nome politico davvero a sorpresa.
Naturalmente siamo ancora, è bene ricordarlo, nel campo delle indiscrezioni.