La break dance in Calabria e la sua evoluzione raccontata da Francesco De Luca: «La danza è un linguaggio universale che unisce le persone»
Zigo Zago ha ospitato il fondatore della celebre crew di break dance "Compà Dreush". Palma Serrao, Simona Tripodi e Italo Palermo hanno dialogato con l'artista calabrese, ripercorrendo la sua carriera e i valori che animano il suo progetto
Zigo Zago, trasmesso tutti i giorni direttamente dalla suite aeroportuale di Lamezia Terme e disponibile su LaC Play, ospita al suo tavolo Francesco De Luca, un nome che evoca ricordi e emozioni legati alla break dance in Calabria. Conosciuto affettuosamente come "Telemare", un soprannome che affonda le radici nei tempi delle televisioni libere, Francesco è un insegnante di danza e fondatore della crew Compà Dreush. Questa compagnia itinerante non solo celebra la danza, ma anche la cultura, portando un messaggio di inclusività e passione.
La sua avventura nel mondo della danza è iniziata da giovane, ispirata dai video di Michael Jackson. La break dance, un'espressione legata alla musica hip hop e al ballo di strada, ha offerto a Francesco un modo per raccontare storie, spesso legate a esperienze di vita difficili. Con il suo impegno, ha cercato di mantenere viva la connessione con le proprie radici, un aspetto fondamentale della sua identità artistica. Con i ragazzi più grandi dà vita a una crew chiamata Compà Dreush. Il nome ha un significato profondo che racconta lo stato d'animo di quei ragazzi: Compà, parola usata per salutarsi, molto dialettale confidenziale e Dreush dal dialetto arabo di Marrakesh significa "Ragazzi poveri ma buoni" o, meglio, "umili".
La crew, dunque, rappresenta un simbolo di solidarietà tra ballerini di diverse nazionalità e simboleggia la solidarietà tra le diverse nazionalità e rappresenta l'unione attraverso la danza, un linguaggio che supera le barriere culturali. Questa fusione di culture attraverso la danza riflette un messaggio di unione e inclusività, particolarmente importante nel contesto odierno. Recentemente, la break dance ha ottenuto il riconoscimento come disciplina olimpica, un traguardo che ha portato nuova visibilità e opportunità per i ballerini. Questo evento segna una trasformazione significativa, portando il ballo di strada sotto i riflettori globali e legittimando il lavoro e la dedizione di tanti artisti. «Finalmente, ciò che una volta era considerato un ballo di strada ha trovato il suo posto nel palcoscenico mondiale. Questo riconoscimento porta con sé maggior attenzione e opportunità per tutti i ballerini», ha dichiarato Francesco De Luca.
Francesco non si limita a ballare, è anche un educatore che forma una nuova generazione di ballerini. La sua missione va oltre la semplice trasmissione di tecniche di danza. Si dedica a instillare nei suoi allievi valori fondamentali come disciplina e collaborazione. Per lui, la danza è un linguaggio universale che unisce le persone e consente di esprimere emozioni in modo autentico. «È cruciale insegnare non solo le tecniche di danza, ma anche valori come disciplina e collaborazione. La danza è un linguaggio universale che unisce le persone, permettendo di esprimere emozioni e storie in modo autentico».
La sua scuola, situata a Paola, in provincia di Cosenza, rappresenta un punto di incontro per gli appassionati di danza. Facile da raggiungere, è il luogo dove i ragazzi possono non solo imparare a ballare, ma anche costruire una comunità. Dopo le lezioni, spesso ci si ritrova per condividere un momento di convivialità, cementando legami che vanno oltre la danza.
L'impegno di Francesco De Luca nella break dance e nella comunità è un esempio di come l'arte possa essere un potente strumento di connessione e crescita. La sua storia dimostra che la danza è molto più di semplici movimenti: è un mezzo per costruire ponti tra le culture e per dare voce a storie e esperienze diverse. Con il suo lavoro, Francesco continua a ispirare e a far brillare la break dance in Calabria, celebrando l’arte e la cultura in tutte le loro forme.
Rivedi la puntata di Zigo Zago su LaC Play.