La sentenza

‘Ndrangheta in Trentino Alto Adige, assolto commerciante di Santa Maria del Cedro

L'uomo era stato arrestato nel giugno del 2020 con le accuse di partecipazione ad associazione mafiosa, tentato sequestro di persona a scopo di estorsione e tentata estorsione. Ma una sentenza del gup di Trento lo ha scagionato

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di Francesca  Lagatta
23 marzo 2024
13:44

L'imprenditore Angelo Zito, originario di Santa Maria del Cedro ma da anni trapiantato al nord, è stato assolto dal gup di Trento, Consuelo Pasquali, perché «il fatto non sussiste». L'uomo, nel giugno del 2020, era finito nelle maglie dell'inchiesta giudiziaria "Freeland", condotta dalla Dda di Trento per fare luce sulla presunta presenza di una cosca di 'ndrangheta in Tentino Alto Adige. Dei diciassette imputati giudicati con rito abbreviato, sette risultano calabresi, ma soltanto due di questi sono stati condannati. Oltretutto, la sentenza ha stabilito che sul territorio non esiste un'associazione mafiosa organizzata. Zito è stato assistito dall'avvocato Andrea Napolitano, del foro di Paola, coadiuvato dal collega Andrea Stefanelli, del foro di Trento.

La soddisfazione di Napolitano

«Sin dal momento dell’arresto - ha dichiarato il legale Andre Napolitano -, avvenuto in pieno periodo pandemico, ci siamo battuti per dimostrare l’assoluta estraneità di Zito sia alla ipotizzata associazione mafiosa, per la quale non vi era alcun indizio, che a tutti i gravi reati contestatigli, inclusa l’assurda ipotesi di un suo coinvolgimento nel sequestro Celadon». Ed ancora: «Si conclude, finalmente, un’odissea durata 4 anni per Angelo Zito, che lo ha visto, prima ingiustamente sottoposto alla misura carceraria per 50 giorni, e poi, sottoposto ad un processo penale nel quale, addirittura, la Pubblica Accusa aveva richiesto una pena di 8 anni di reclusione. Il processo, invece, ha dimostrato quello che i difensori hanno sostenuto sin dalle prime memorie innanzi al Tribunale della Libertà, vale a dire l’assoluta estraneità a tutti i reati contestati dalla Dda di Trento».


La vicenda

Angelo Zito, commerciante, residente a Santa Maria del Cedro, ma domiciliato da tempo a Pergine Valsugana, in provincia di Trento, era stato arrestato il 9 giugno 2020 insieme ad altre 17 persone nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Trento, denominata “Freeland”, con le accuse di partecipazione ad associazione mafiosa, tentato sequestro di persona a scopo di estorsione e tentata estorsione, aggravati dalla finalità di agevolare la consorteria mafiosa capeggiata da Sergi Mario, ritenuto il boss di una locale di ‘ndrangheta in Alto Adige. Zito, secondo l’accusa, sarebbe stato compartecipe della consorteria ‘ndranghetista con compiti di esecutore nelle attività estorsive del clan.

Il lungo calvario

Sin da subito, già all’esito del giudizio di Riesame, però, in accoglimento dell’impugnazione proposta dai difensori di fiducia di Zito, le imputazioni di partecipazione all’associazione di stampo ‘ndranghetistico e quella di tentato sequestro di persona a scopo di estorsione, erano immediatamente cadute. Successivamente, il Tribunale della Libertà, aveva fatto venir meno anche le accuse in ordine alla tentata estorsione,  accogliendo tutte le istanze della difesa e scarcerando definitivamente Angelo Zito. «La sentenza odierna - afferma in ultimo l’avvocato Napolitano - dà pienamente giustizia ad un uomo che è stato ingiustamente arrestato ed ha subito per anni un’ingiusta gogna mediatica, senza che a suo carico ci fosse il benché minimo indizio».

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