«La “barca” non è affondata in nessun ufficio del distretto, i risultati sono stati eccellenti». Così la presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, Concettina Epifanio, sintetizza le apprezzabili attività svolte nel distretto giudiziario di Catanzaro a fronte delle gravi scoperture di organico. L’occasione è rappresentata dalla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, caratterizzate quest’anno in tutta Italia dalle proteste animate dall’Anm contro la riforma della giustizia.

La riforma della giustizia e le proteste dell’Anm

Anche a Catanzaro i magistrati hanno inscenato una manifestazione davanti la Corte d’Appello per esprimere contrarietà al Governo e alla riforma che prevede la separazione delle carriere. Sul punto la presidente Epifanio conferma come «il servizio giustizia non migliorerà per effetto della riforma che incide sullo statuto della magistratura» spiega. «Non so se si tratti di una riforma punitiva – aggiunge - però un minimo di onestà intellettuale impone di dire che il problema dei problemi, ovvero la lentezza dei processi non verrà risolto da questa riforma».

I numeri del distretto

Tornando ai numeri della Corte, la presidente ha confermano l’esistenza di «criticità in tutti gli uffici del distretto», dove «gli organici sono sottodimensionati». Ad esempio, la Corte d’Appello di Catanzaro è sottoposta «ad una scopertura del 25%» che tocca punte significative nel settore civile con una scopertura del 46%. «Su quindici consiglieri ce ne sono in servizio appena otto. Si capisce bene quale sforzo hanno dovuto sopportare le poche risorse disponibili per raggiungere gli obiettivi del Pnrr».

Problema strutturale 

E il Tribunale di Catanzaro non è da meno. «È incredibile – sottolinea la presidente della Corte d’Appello - che un tribunale distrettuale sia dotato di 54 giudici che devono rapportarsi con uffici di procura dotati di 80 pubblici ministeri. È una anomalia preoccupante in considerazione del fatto che altri tribunali distrettuali del sud Italia hanno un rapporto giudici pm sempre a favore dei giudici. Ciò significa sottoporre i colleghi ad uno sforzo che non è più emergenziale ma è diventato strutturale e che non si può reggere a lungo».

Risposte efficienti

In considerazione dei carichi di lavoro, tuttavia, «la “barca” non è affondata in nessun ufficio del distretto, i risultati sono stati eccellenti. Il distretto può essere orgoglioso perché capace di dare una risposta alle condizioni date». Tasto dolente poi per la celebrazione dei maxiprocessi dopo i danni riportati dall’aula bunker di Lamezia Terme, colpita dall’alluvione dello scorso ottobre e dichiarata temporaneamente inagibile.

I maxiprocessi

«Un problema grave che negli ultimi tempi si è acuito» ha confermato la presidente della Corte d’Appello alimentando «i contrasti tra avvocatura e magistratura». In particolare il riferimento è alle celebrazioni dei processi Reset, l’appello di Rinascita Scott e l’udienza preliminare di Recovery che contano la presenza di un notevole numero di imputati. Reset è stato spostato nell’aula bunker di Castrovillari «scatenando le ire degli avvocati interessati alle difese degli imputati» ha evidenziato Epifanio.

Per quel che riguarda Rinascita Scott e Recovery trasferite invece nell’aula bunker del Tribunale di Catania: «Non ho deciso io i luoghi dove celebrarli – ha sottolineato - ma mi sono rivolta al ministero della Giustizia, il ministero ha individuato l’aula bunker del Tribunale di Catania. Io sono solidale con tutti, con gli avvocati ma anche con i giudici e i cancellieri».

«Picchi di occupazione criminale sconcertanti a Crotone e Vibo Valentia»

Secondo quanto si legge nella relazione tutti i circondari del distretto sono caratterizzati da «un altissimo indice di occupazione criminale raggiungendo picchi sconcertanti in quello di Crotone e di Vibo Valentia». Quest'ultimo nell'anno 2018 era pari a 65,3 il più alto tra le quattro province del distretto di Catanzaro mentre la media nazionale è pari a 29,1. «Dai dati pubblicati nell'ultima relazione della commissione parlamentare antimafia emerge come la provincia di Vibo Valentia sia purtroppo al vertice della classifica nazionale riguardante il tasso di infiltrazione nell'economia riferita al numero di interdittive antimafia ogni 1.000 abitanti con la media nazionale pari a 3,3 mentre Vibo Valentia è pari a 86,4 (con un valore che tanto per far capire è doppio rispetto a quello di Reggio Calabria - 40,3 - che segue Vibo Valentia in questa desolante classifica): dunque non paragonabile a quella di nessun'altra provincia italiana. La presenza asfissiante della malavita organizzata di stampo ndranghetistico con le storiche cosche e famiglie in lotta, di generazione in generazione, contro gli apparati dello Stato per il controllo del territorio ostacolandone la crescita sul piano economico e incidendo negativamente anche sulla qualità di vita della popolazione, genera un susseguirsi di indagini procedimenti e processi che sovente coinvolgono centinaia di indagati e imputati e che richiedono un impegno davvero straordinario da parte delle forze dell'ordine e dei magistrati». 

Anno giudiziario, allarme sugli obiettivi del Pnrr: «Rischiano di saltare»

Per quanto riguarda gli obiettivi del Pnrr per la presidente della Corte d'appello «rischiano di non essere raggiunti». Per quanto riguarda la Corte d'appello di Catanzaro «se il target intermedio al 31 dicembre 2024 è stato raggiunto purtroppo la prognosi è tutt'altro che positiva in relazione al target finale. Se si considera - argomenta Epifanio - che i procedimenti civili pendenti alla data del 31 dicembre 2022 e iscritti all'1 gennaio 2018 erano in totale 3.664 e che per il raggiungimento degli obiettivi bisognerà averne definiti alla data del 30 giugno 2026 il 90%, vale a dire 3.298, non v'è chi non vede come il risultato potrà essere raggiunto solo a condizione che i posti vacanti siano al più presto effettivamente coperti. Condizione di difficile realizzazione».