La Cassazione annulla con rinvio l'ergastolo a Giacomo Latella

Accolto il ricorso del legale che ha rinviato per la rideterminazione della pena. Attualmente l'anziano boss è detenuto nel carcere di Bari

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di Redazione
4 dicembre 2019
10:15

La Suprema corte di Cassazione accoglie il ricorso dell’avvocato Giuseppe Nardo e annulla la sentenza di ergastolo della corte d’Appello di Messina a carico di Giacomo Latella, considerato capo storico dell’omonima cosca egemone sul territorio a sud di Reggio Calabria, in particolare nelle zone di Saracinello, Arangea e Croce Valanidi.

 


In particolare il legale aveva chiesto alla Corte messinese di applicare a Latella, che era stato giudicato con le forme del giudizio abbreviato nel processo Valanidi, celebratosi davanti alla Corte d’Appello di Reggio Calabria, i principi affermati dalla Grande Chambre della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nel caso Scoppola contro Italia e violati nel corso di quel processo nel lontano 2005 dove non si sarebbe potuto condannare Latella all’ergastolo.

La Corte d’Appello di Messina, pur riconoscendo la violazione di quei principi, accoglieva solo in parte la tesi del penalista reggino sostenendo che poiché l’originario processo Valanidi si era sdoppiato in due tronconi a seguito di alcuni annullamenti che aveva subito in Cassazione e poiché Latella nei due diversi e definitivi processi aveva subito due diverse condanne all’ergastolo, poteva convertirsene uno soltanto alla pena di anni trenta.

 

Il legale dunque ha deciso di ricorrere in Cassazione. Il Supremo collegio nei giorni scorsi, pur in presenza di parere contrario della Procura generale, ha annullato il provvedimento impugnato rinviando nuovamente davanti ad altra Sezione della Corte d’Appello di Messina per la rideterminazione della pena.

 

Attualmente Latella si trova nel carcere di Bari dove sta scontando i due ergastoli e una pluralità di consistenti pene rimediate nel processo Valanidi per una serie di gravi reati commessi precedentemente e durante quel periodo storico che è passato alle cronache giudiziarie come la seconda guerra di mafia e che ha insanguinato le strade della città nella seconda metà degli anni ottanta ed inizi degli anni novanta.

 

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