Anziani costretti a lunghi viaggi per vaccinarsi: «Gli incapaci siano licenziati»

La denuncia del segretario nazionale di Federazione sindacale dei medici uniti (Fismu) Francesco Esposito: «Primo passo è partire dall'accordo con la medicina generale ed ampliarlo agli over 60 e 70»

12 aprile 2021
20:00

«Si stanno rendendo difficili per i più fragili e i per i più anziani, le cose facili, anche obbligando i cittadini a viaggi della speranza per fare un vaccino e così rischiare di vanificare il buon esito della campagna vaccinale in piena emergenza sanitaria». È questa l'accusa mossa da Francesco Esposito, segretario nazionale di Federazione sindacale dei medici uniti (Fismu), che sottolinea come la «confusione e l’approssimazione continuino a regnare nella gestione della campagna vaccinale in Calabria».

Anziani costretti a viaggi estenuanti

«Non si riesce neppure ad estendere agli over 70 e 60 l'accordo vigente con i medici di medicina generale - spiega il segretario nazionale - e il risultato è che i nostri poveri anziani sono costretti a fare centinaia di chilometri per vaccinarsi sulla base di quanto dispone la piattaforma telematica. Ma non basta: abbiamo pazienti a rischio che non riescono a prenotarsi perché la modulistica online non specifica bene le categorie di fragilità con una generica voce: altri. Con il consueto, e probabile a posteriori, corollario di polemiche sugli imbucati».


Incapaci a casa

Tutte situazioni che per il segretario nazionale penalizzano le persone, i tanti aventi diritto che sono vittime dell'indecisione e delle speculazioni politiche. «È ora di finirla la politica, le istituzioni si diano una mossa, serve un sussulto di dignità almeno nella campagna vaccinale. È urgente dare una garanzia ai calabresi. Gli incapaci che bloccano la macchina organizzativa siano licenziati, mandati a casa. Primo passo è partire dall'accordo con la medicina generale ed ampliarlo agli over 60 e 70, per consentire le vaccinazioni vicino casa. E contemporaneamente si trovi immediatamente una soluzione politica ai molti problemi che investono la rete di emergenza-urgenza territoriale, è prioritario evitare il collasso nel 118 regionale oramai allo stremo delle forze».

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