La decisione

Aviosuperficie di Scalea, il Consiglio di Stato mette fine alla querelle: la gestione spetta al Comune

VIDEO | I giudici di Palazzo Spada hanno sottolineato la preminenza dell'interesse pubblico. La società dell'imprenditore Alberto Ortolani, che ha ha avuto in mano l'area per oltre quindici anni, per il momento resta fuori dai giochi. Bagarre tra il sindaco e la minoranza

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di Francesca  Lagatta
14 settembre 2024
17:56

L'ordinanza di sgombero firmata nel marzo scorso dal sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta, era corretta e pertanto la gestione dell'area dell'aviosuperficie spetta al Comune. Lo sancisce un'ordinanza del massimo tribunale amministrativo italiano che, sulla scia del responso del Tar Calabria, ha sottolineato la preminenza dell'interesse pubblico. La società facente capo all'imprenditore Alberto Ortolani, che ha gestito l'aviosuperficie per oltre quindici anni, per il momento rimane fuori dai giochi. L'infrastruttura, di proprietà comunale, era nata nel 2006 e inaugurata l'anno successivo. La gestione era stata affidata a un ente privato, che però, secondo le contestazioni del primo cittadino, non avrebbe più alcuna autorizzazione già da molti anni.

La bagarre con la minoranza

Nonostante il pronunciamento del Consiglio di Stato, la vicenda dell'aviosuperficie è tutt'altro che conclusa. In quasi vent'anni, in quell'area sono successe tante cose, alcune delle quali sollevano ancora dubbi e polemiche, soprattutto da parte dell'opposizione consiliare. Tra i tanti interrogativi, ci sono anche quelli del consigliere di minoranza Eugenio Orrico. «Dal giugno del 2016 ad ottobre 2018, non sono stato sindaco - scrive sui social - ma, Assessore al Turismo, Sport e Spettacolo e da parte mia non c'è stata nessuna omissione anzi, nei due anni di giunta, nessun atto è stato fatto inerente l'Aviosuperficie. Oggi, chiedo risposte e documenti in quanto sulla struttura ci sono degli importanti sviluppi. Situazioni che sono finite in tribunale e di conseguenza in qualità di consigliere comunale di opposizione, ho tutte le ragioni per farlo. Sarei ben lieto, così come ho richiesto, di essere ascoltato sia dal Prefetto che dalla Procura della Repubblica di Paola».


La replica di Perrotta

Questa la replica del sindaco Perrotta alle parole di Orrico: «Chiede con insistenza i documenti inerenti alla gestione dei lavori che dovevano essere svolti. Il 4 settembre del 2018 - quando Orrico era ancora componente dell'esecutivo Licursi, ndr- la giunta comunale delibera, anche a firma anche di Eugenio Enrico, il documento in cui si approva un progetto per effettuare lavori all'interno dell'aviosuperficie, in cui si fa tutto un excursus, una bella ricostruzione della vicenda. Quindi, invito il consigliere Orrico a riguardarsi le firme che ha messo durante le giunte a cui ha partecipato. A questo punto sono io a chiedere a lui di fornirmi i documenti e di dire pubblicamente al sottoscritto, alla cittadinanza, alla Procura della Repubblica e al prefetto di Cosenza, a cui io già ho scritto, perché è stato adottato un comportamento omissivo nei confronti di una gestione non autorizzata. Le carte sono qua, sono sempre state qua - conclude -, sono precisamente al piano di sotto, dove il consigliere Orrico aveva l'ufficio dell'assessore, quindi non è cambiato niente».

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