Verbicaro, ex presidente di banca a giudizio per falsificazione di firme

Secondo la procura paolana, Zito avrebbe esercitato una illecita influenza sull'assemblea dei soci, in occasione delle elezioni per il rinnovo delle cariche del cda dell'istituto di credito

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di Francesca  Lagatta
15 ottobre 2019
14:14

Giuseppe Zito, ex presidente della Banca di credito cooperativo di Verbicaro, il 7 aprile 2020 dovrà presentarsi innanzi al giudice monocratico del tribunale di Paola, Altamura, perché imputato in ordine al reato di cui agli art. 56 cc (Ritorno dell'assente o prova della sua esistenza) e 2636 cc (Illecita influenza sull'assemblea). Secondo gli atti, Zito avrebbe «procurato per sé o per gli altri un ingiusto profitto, compiva atti idonei o diretti in modo non equivoco a determinare, con atti simulati e fraudolenti, la maggioranza dell'assemblea dei soci della Bcc di Verbicaro, in occasione delle elezioni per il rinnovo delle cariche del cda della predetta banca cooperativa». In particolare, contesta la procura, nell'esercizio delle sue funzioni di pubblico ufficiale, incaricato della autenticazione delle firme relative alle deleghe necessarie dell'esercizio del diritto al voto nella assemblea dei soci, Zito «attestava falsamente che un fatto era stato da lui compiuto o era avvenuto in sua presenza».

Le firme contestate

Nello specifico, Zito avrebbe attestato falsamente che era stata apposta in sua presenza la firma di sei soci. Si tratta di Giovanni Basuino, Marta Bono, Salvatore Capogrosso, Gino Grisia, Annunziata Lamoglie e Rosa Graziella. La perizia calligrafica effettuata dai periti avrebbe accertato la falsità delle sottoscrizioni. I fatti risalgono al 4 maggio 2014.


La vicenda

Tutto ha avuto inizio quando il socio Arturo Riccetti, oggipersona offesa nel procedimento, si candidò in quella tornata elettorale alla presidenza del consiglio d'amministrazione. L'allora assessore provinciale di Cosenza vinse la tornata elettorale ma tra le polemiche, poiché alcuni componenti si erano opposti sottolineando una presunta incandidabilità per via del suo ruolo istituzionale alla Provincia. Lo stesso cda, di lì a poco, stilò dei verbali e ne decretò l’illegittimità, ma ciò avvenne in sua assenza. La procedura attuata non piacque al presidente, rimasto in carica per un mese, e diede mandato ai suoi avvocati di informare la magistratura su quanto fosse accaduto in quell'arco di tempo mediante l'invio di numerosi esposti. Nell'espletamento delle indagini, gli investigatori, evidentemente, si sono resi conto che gli esiti dell'assemblea dei soci della Bcc di Verbicaro, in occasione delle elezioni per il rinnovo delle cariche del cda, erano stati alterati. A Zito e al suo difensore, Raffaele D'Anna, il compito ora di dimostrare l'estraneità ai fatti contestati.

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