Basso profilo, Sapia sull'arresto del collaboratore di Arcuri: «Commissario faccia chiarezza»

Il deputato cinquestelle chiede sia fatta luce sulla figura di Natale Errigo, coinvolto nell'inchiesta della Dda di Catanzaro e membro della squadra del commissario per l'emergenza Covid

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23 gennaio 2021
10:06
Francesco Sapia
Francesco Sapia

«L’arresto di Natale Errigo, che faceva parte della squadra del Commissario nazionale per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, non ha suscitato l’interesse e l’attenzione della politica, rimasta in silenzio. Eppure sono gravi le ipotesi dei magistrati a carico del giovane, già analista di Invitalia, che partecipava alla gestione dei dispositivi di sicurezza individuale e dei vaccini». Lo afferma, in una nota, il deputato M5s Francesco Sapia, che aggiunge: «Posto che il commissario Arcuri è esterno all’inchiesta, è doveroso che faccia luce sulla figura di Errigo, che sembrerebbe essersi formato in un ateneo importante, che non intendo tirare in ballo, con cui collabora lo stesso commissario. Lungi da me cedere alle teorie del complotto e delle congetture, tuttavia ritengo che la chiarezza e la trasparenza siano doverose, soprattutto da parte di chi, come Arcuri, è delegato a svolgere un ruolo essenziale, in questo momento di lotta comune alla pandemia».

«Per altro verso – continua il parlamentare del Movimento 5 Stelle – non mi sembrano molto utili le generiche affermazioni di Salvini sul punto, che probabilmente sul piano squisitamente politico ignora che Errigo tifava in maniera aperta per un candidato della Lega a consigliere comunale di Reggio Calabria, poi eletto e divenuto capogruppo, ma totalmente incensurato ed estraneo, devo sottolineare, all’inchiesta “Basso profilo” e al coinvolgimento di Errigo nella medesima».


«Il punto – conclude Sapia – è duplice: da un lato è necessario sapere come e perché Errigo sia prima entrato in Invitalia e poi nella squadra del commissario Arcuri; dall’altro è indispensabile che, a prescindere dalle inchieste giudiziarie, la politica capisca che la questione morale sta alla base di tutto, intanto in Calabria, e che essa deve essere la prima preoccupazione, come chiedeva Paolo Borsellino, di tutti i partiti, in ragione del delicato compito che tocca agli amministratori pubblici scelti dal popolo».

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