Il boss Antonio Mancuso resta in carcere, la Cassazione dice no ai domiciliari

Secondo la Corte Suprema le doglianze del boss che, attraverso i suoi difensori, chiedeva da tempo gli arresti domiciliari per motivi di salute, sono infondate
di Redazione
13 giugno 2016
16:05

La Cassazione dice 'no' alla scarcerazione al boss della 'ndrangheta Antonio Mancuso, 78 anni, ritenuto il capo assoluto dell'omonimo clan di Limbadi, nel Vibonese. Per la Cassazione i giudici del Tribunale di Vibo Valentia, e poi quelli del Riesame di Catanzaro, hanno correttamente stabilito che le patologie di Antonio Mancuso non siano tali da determinare una condizione di incompatibilità con la detenzione in carcere in regime ordinario, derivando l'unico elemento di criticità dalla sottoposizione dell'imputato al regime del carcere duro (41 bis). Secondo la Corte Suprema quindi, le doglianze del boss che, attraverso i suoi difensori, chiedeva da tempo gli arresti domiciliari per motivi di salute, sono infondate. Mancuso si trova sotto processo a Vibo per l'operazione "Black money", mentre è già stato condannato in via definitiva per le operazioni Dinasty 1 e 2.

 


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