Caccuri, i genitori contro la riapertura delle scuole: «I nostri figli restano a casa»

Mamme e papà di tutti gli alunni di elementari e medie avevano sollecitato una ripresa graduale della didattica in presenza, ma la loro richiesta è stata ignorata: «Vogliamo tutelare i nostri ragazzi»

di Francesca Caiazzo
10 gennaio 2021
15:36

Lunedì 11 gennaio riaprono le scuole anche a Caccuri, ma c’è il rischio concreto che resteranno deserte. I genitori degli alunni iscritti alla scuola primaria e secondaria di primo grado del plesso del borgo crotonese, infatti, hanno intenzione di non far tornare i propri figli in classe. Una decisione assunta quasi all’unanimità, dopo che la loro richiesta di una ripresa della didattica in presenza in maniera graduale è caduta nel vuoto.

La lettera

Papà e mamme di tutti i bambini, il 5 gennaio scorso avevano inviato una lettera al sindaco e al dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Cicco Simonetta”, nella quale chiedevano di «proseguire con la didattica a distanza, per 10 giorni, rimandando al 18 gennaio ulteriori consultazioni e valutazioni in virtù dell’andamento della situazione epidemiologica». Nel documento, anche la richiesta di «ripartire con la didattica in presenza, dopo un’accurata valutazione, mantenendo l’orario antimeridiano in presenza e in modalità DDI e modalità asincrona per quanto riguarda il pomeriggio, rinunciando al servizio di refezione fin quando la situazione epidemiologica non sarà nettamente migliorata».


Le criticità rilevate

«Ciò – scrivevano i genitori nella lettera - in quanto le forti restrizioni e limitazioni imposte agli alunni durante la frequenza scolastica, in 8 ore risulterebbero più gravose a carico degli stessi, rispetto a 5 ore, rendendo più difficoltoso l’espletamento delle attività didattiche. Inoltre, la nostra scuola non dispone di un impianto di areazione per il ricambio dell’aria».

Nella missiva, si rilevava anche «l’esistenza di un solo locale adibito a “servizio igienico”, che dovrebbe essere a disposizione di tutti gli alunni sia della scuola primaria che secondaria di primo grado. Inoltre le ridotte dimensioni del refettorio non permetterebbero la consumazione del pasto simultaneamente per tutti gli alunni, stante il doveroso rispetto delle distanze imposte dalla normativa anti Covid, con l’inevitabile conseguenza di una turnazione che non garantirebbe la qualità organolettica del pasto. Non attuabile risulterebbe anche la consumazione del pasto al proprio banco, essendo in tale luogo previsto l’obbligo dell’uso della mascherina».

Genitori preoccupati

Ecco perché, «sottolineando lo stato di emergenza sanitaria in cui la nostra Regione si trova, la gravità del momento e la curva dei contagi assolutamente non rassicurante», i genitori avevano chiesto «di valutare sia la ripresa immediata delle attività in presenza, sia una riduzione oraria per l’anno in corso, fin quando la situazione epidemiologica non sarà migliorata, così come tra l’altro attuato in altri comuni della provincia di Crotone».

Ad oggi, però, non è arrivata alcuna risposta alle richieste delle famiglie, così domani molti genitori terranno i bambini a casa. «Non è nostra intenzione disertare la scuola, ma – spiega un papà preoccupato - vogliamo tutelare i nostri figli. Lo facciamo per l'imprevedibilità del virus, che ci tiene in ostaggio da un anno. Abbiamo paura, perché gli istituti scolastici non sono luoghi scevri da contagi. La salute dei nostri figli conta più di tutto, e per questo abbiamo deciso di lanciare questa protesta, che ci auguriamo venga presa in considerazione nel più breve tempo possibile».

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