Rapporto Garante diritti dei detenuti: «Nelle carceri calabresi ancora troppe criticità»

Mancano mediatori culturali per gli stranieri e articolazioni per la tutela della salute mentale . Rilevate carenze anche per quanto riguarda gli ambienti comuni per la socialità

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di Redazione
17 aprile 2020
16:30

È stato pubblicato stamattina il rapporto conclusivo del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, redatto in seguito alla visita di una delegazione, dal 9 al 13 settembre 2018, alle case circondariali di Vibo Valentia, Castrovillari, Rossano, Crotone e Cosenza. Quel che ne è risultato è che gli istituti penitenziari calabresi presentano una serie di criticità su vari aspetti oltre alla mancanza di figure dirigenziali stabili, con direttori costretti a dividersi su più strutture.

 


Una delle criticità rilevate, è scritto nel rapporto, è «la mancanza di sufficienti articolazioni per la tutela della salute mentale. In una Regione con 12 istituti con una capienza regolamentare di 2.734 ed effettiva di 2.647 posti, che alla data del 2 aprile 2019 ospitava 2.886 persone, sono disponibili solo 17 posti per pazienti psichiatrici». Altro aspetto preso in esame è stato quello delle sezioni per detenuti protetti, di cui tre per persone che hanno commesso reati a riprovazione sociale (negli Istituti di Castrovillari, Reggio Calabria "Arghillà" e Vibo Valentia) e una sezione di tipo promiscua per gli altri detenuti destinatari di protezione. «La criticità - per il Garante - in questo caso è doppia: il fatto che ci sia una sola sezione protetta per detenuti che non abbiano commesso reati a riprovazione sociale in tutta la Regione e la caratteristica di 'promiscuità' della sezione stessa (per persone omosessuali, transessuali e ex appartenenti alle Forze dell'ordine)». Inoltre, pur in presenza di un non indifferente numero di detenuti stranieri, «emerge - è scritto nella relazione - una mancanza diffusa del servizio di mediazione culturale».

 

Sul fronte strutturale, scrive il garante, «pur apparendo in linea generale in buono stato di conservazione, le strutture visitate presentavano alcune criticità relativamente ad aspetti materiali specifici. Sotto il profilo della disponibilità di spazi fruibili collettivamente, particolarmente grave è la situazione riscontrata in alcuni reparti di Rossano e di Crotone dove è stata rilevata l'assenza di ambienti comuni per la socialità. In linea generale, comunque, laddove disponibili queste sono apparse spoglie e prive di arredo. Nella maggior parte dei casi poi sono risultate prive di servizi igienici. Riguardo alla disponibilità di spazi per attività sportive una carenza piuttosto critica si è registrata nelle Case circondariali di Vibo e Castrovillari dove non è disponibile una palestra o aree esterne attrezzate per esercizi all'aria aperta, fatto salvo, in entrambe i casi, del campo da calcio». Riguardo ai cortili di passeggio, in linea generale, il Garante ha riscontrato «che non sono concepiti come spazi per l'attività fisica e ricreativa, ma come semplici aree dove sostare all'aria aperta, tutt'al più, appunto, passeggiare». Positivo, invece il giudizio sui locali di accoglienza per i figli minori e le aree per i colloqui. «Pur con differenti livelli di realizzazione - scrive il Garante - è un elemento di positività riscontrato in tutti gli Istituti visitati».  

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