Estorsioni e usura

Cartelli antiracket nei cantieri edili, il commissario nazionale Nicolò a Reggio Calabria per l’iniziativa

VIDEO | Diversi imprenditori hanno aderito alla rete associativa impegnata nella lotta contro usura e estorsioni: «Importante denunciare, lo Stato c'è»

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di Anna Foti
14 luglio 2022
17:00

«Con questa iniziativa dei cartelli antiracket presso i cantieri edili, parte da Reggio Calabria una forte sollecitazione a denunciare e a contribuire all’emersione dei fenomeni dell’estorsione e dell’usura», ha dichiarato Maria Grazia Nicolò, la neo commissaria straordinaria del governo per il coordinamento delle iniziative Antiracket, nominata lo scorso 15 giugno, alla sua uscita pubblica nella città dov’è nata e dove si è formata, come ha tenuto a ricordare nel suo intervento.

«Attraverso di essi si manifesta apertamente la scelta di stare dalla parte dello Stato, avendo sottoscritto il patto antiracket e avendo aderito alla rete associativa e solidaristica fondamentale per il contrasto al fenomeno. Una voce importante della larga parte buona del territorio che speriamo possa essere sempre più rappresentata con un’adesione sempre più ampia di imprenditori», ha proseguito la commissaria Maria Grazia Nicolò.


I cartelli presso i cantieri edili

Insieme al presidente onorario della federazione associazioni Antiracket e anti Usura italiane (Fai), Tano Grasso, al prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, prefetto di Reggio Calabria, ai presidenti di Fai e Ance Reggio Calabria, rispettivamente Francesco Siclari e Michele Laganà, la neo commissaria Nicolò ha scoperto tre dei trenta cartelli apposti oggi nei cantieri edili reggini aderenti all’associazione antiracket Fai, costituitasi a Reggio per la prima volta lo scorso gennaio.

La prima scopertura ha avuto luogo presso il cantiere ubicato in via San Pietro dell’azienda Siclari Agostino Costruzioni Generali Srl dell’imprenditore Francesco Siclari, presidente della Fai Reggio Calabria. Il cantiere di via Palmi dell’impresa Fata Morgana Costruzioni sas dell’imprenditore Francesco Presto, socio della Fai Reggio Calabria, il cantiere di via Spirito Santo Sant’Anna dell’impresa Lagan & Altemps Srl dell’imprenditore Michele Laganà, socio della Fai Reggio Calabria e presidente di Ance Reggio Calabria, le tappe successive. Dopo i cantieri edili, affisso un cartello antiracket presso la storica gelateria Cesare di Davide De Stefano, è vice presidente Fai di Reggio Calabria.

L’allarme Covid

«Il Covid, secondo quanto riferito dalle forze di polizia e dalla magistratura, rappresenta un importante fattore di rischio per l’incremento dei fenomeni di estorsioni e soprattutto di usura.  Bisogna dunque lavorare per stimolare la denuncia e sensibilizzare per contrastare e prevenire. Questa iniziativa va in questa direzione come anche l’Osservatorio, fortemente voluto dal Viminale, che abbiamo costituito lo scorso 12 luglio, sedendo allo stesso tavolo le Amministrazioni Pubbliche coinvolte e le associazioni Antiracket, fondamentali per creare rete e rafforzare l’azione dello Stato che c’è e intende farlo sentire. Sarà anche una sede in cui riflettere anche sulle attuali normative, che per chi denuncia prevedono l’attivazione di una serie opportunità e di misure di sostegno e tutela spesso poco conosciute», ha sottolineato ancora Maria Grazia Nicolò, la neo Commissaria Straordinaria del Governo per il coordinamento delle iniziative Antiracket.

Contrasto e prevenzione

«Questo cartello dice due cose all’uomo di ‘ndrangheta: questo cantiere è di un imprenditore che ha scelto di denunciare; questo cantiere è sottoposto a forme di controllo e vigilanza da parte delle forze dell’ordine. Esso costituisce una forma di tutela importante per gli operatori edili molto esposti al fenomeno estorsivo e uno strumento di deterrenza per chi intendesse mettere in atto richieste estorsive. Ecco perché questo cartello costituisce un’azione di contrasto e prevenzione», ha sottolineato Tano Grasso, presidente Onorario della Fai.

«L’iniziativa si inquadra nel cammino importante finalmente intrapreso a Reggio Calabria con la nascita dell’associazione Antiracket. Grazie ad essa nessun imprenditore che abbia scelto di stare dalla parte dello Stato si sentirà più isolato e l’alibi della mancanza di una rete di sostegno e di coinvolgimento di molti imprenditori viene demolito. L’associazione ha proprio lo scopo di costruire rapporti con le Istituzioni finalizzati a una tutela concreta ed efficace di chi, opponendosi, si esponga. L’Antiracket inizia nel nostro Paese il suo percorso trentadue anni fa Capo d’Orlando con l’azione di un gruppo di persone ritenute folli che nel tempo, invece, hanno contribuito a far nascere una certa sensibilità sul fenomeno e a far adottare le leggi che oggi esistono. Certo in 32 anni chi denuncia, soprattutto in Calabria, rappresenta ancora solo un’avanguardia. Dunque è necessario lavorare ancora per far emergere altre realtà che vadano a rafforzare le piccole esperienze già note. Ci vuole tempo per dare sostanza e forza a questo percorso ma noi ci siamo. La nascita dell’associazione a Reggio Calabria e questa iniziativa sono passi importanti nella direzione giusta», ha commentato ancora Tano Grasso, presidente Onorario della Fai.

«Non è solo un gesto simbolico ma un’azione dietro la quale c’è il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine profuso per conseguire importanti risultati sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata. Questi cartelli sono dunque il segno dell’inizio di percorso, reso possibile dagli imprenditori che a noi si sono affidati, che continua d’intesa con l’associazione Antiracket con la quale abbiamo sottoscritto un protocollo che fa da cornice a un impegno che non è certamente nuovo, che è profuso da tempo e che certamente necessita del contributo degli imprenditori e del territorioDobbiamo tutti fare uno sforzo, essendo il contrasto al fenomeno del racket e dell’usura ineludibile per rilanciare lo sviluppo del territorio», ha commentato il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani.

L’associazione antiracket a Reggio e il protocollo

I cartelli di cantiere antiracket scoperti oggi sono, appunto, un’azione di contrasto prevista nel Protocollo di Intesa per la prevenzione dell’estorsione nei cantieri edili sottoscritto lo scorso maggio scorso tra Prefettura di Reggio Calabria, Fai nazionale, Ance Reggio Calabria e l’Associazione Antiracket Fai Reggio Calabria.

«Dopo un percorso durato due anni, siamo finalmente riusciti a creare questa associazione composta da tredici imprenditori di tanti settori, non solo quello edile, che hanno voluto avviare questa prima importante esperienza aderente al Fai a Reggio Calabria. Ci auguriamo di essere nel tempo sempre di più», ha evidenziato Francesco Siclari, presidente della Fai Reggio Calabria.

«La forza di questa esperienza deriva dagli anni travagliati che l’hanno preceduta e che, dopo la firma del protocollo in prefettura lo scorso 11 maggio, ci vede impegnati oggi nella scopertura di questi cartelli presso i cantieri edili. Insieme siamo certamente più fortiUn’esperienza che parte oggi per allargarsi e consolidarsi», ha sottolineato Michele Laganà, socio della Fai Reggio Calabria e presidente di Ance Reggio Calabria

Giornalista
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