Scomparsa da Terni 11 anni fa, pentito di ‘ndrangheta indagato per omicidio

VIDEO | Barbara Corvi sparì nel nulla dalla città umbra dove risiedeva. Sulla vicenda il sospetto della lupara bianca. I familiari non avevano mai creduto ad un allontanamento volontario della donna

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di Redazione
31 luglio 2020
11:29
Barbara Corvi, foto dalla puntata di Chi l’ha visto
Barbara Corvi, foto dalla puntata di Chi l’ha visto

Aveva 35 anni quando sparì nel nulla ad Amelia, in provincia di Terni (Umbria). Era il 27 ottobre del 2009. Dopo undici anni, e tante domande rimaste in attesa di risposte, un nuovo capitolo in merito al giallo di Barbara Corvi. In queste ore, riferisce il quotidiano Il Secolo XIX, comparirà negli uffici della Procura di Terni, un pentito di 'ndrangheta che vive in una località della provincia ligure. L'uomo è indagato con l'accusa di omicidio volontario in concorso con altra persona al momento ignota.

Il pentito indagato

Le attenzioni degli inquirenti si starebbero concentrando sulla posizione di un parente del marito, inserito fino a non molto tempo fa in un programma di protezione. Della scomparsa della giovane mamma se ne occupò anche la trasmissione Chi l'ha Visto?. Nell’ambito di puntata andata in onda in inverno, i familiari della donna, chiesero alla Procura di riaprire il fascicolo archiviato rifiutando l’ipotesi di un allontanamento volontario. Il marito di Barbara, cresciuto in una famiglia vicina alla malavita ma da cui aveva preso le distanze, ai tempi della scomparsa, riferì di una relazione extraconiugale della donna con la quale viveva da «separati in casa».


La famiglia spera nella verità

Gli avvocati Giulio Vasaturo ed Enza Rando dell'associazione antimafia Libera, che assistono la famiglia Corvi, dopo le recenti novità, hanno commentato: «Abbiamo accolto questa notizia con profonda commozione e con un sentimento di sincera fiducia nell'operato degli inquirenti».

«Nessuno fra i familiari ed i tanti amici di Barbara - scrivono i legali in una nota - ha creduto mai, nemmeno per un istante, alla tesi di un suo allontanamento volontario. Da oltre dieci anni, aspettiamo che i responsabili di questo atroce caso di 'lupara biancà, consumatosi in Umbria, siano chiamati a rispondere di tanta vile efferatezza. Mai come oggi, ci sentiamo finalmente vicini a quella verità che non abbiamo mai smesso di ricercare in tutti questi anni».

 

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