Cetraro, dal clan Muto allo Stato: l’ex hotel La Perla ora è di proprietà del Comune

Luogo simbolo negli anni '80 del potere della cosca oggi torna ai cittadini. L'annuncio del sindaco Ermanno Cennamo

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di Francesca  Lagatta
18 dicembre 2020
06:45
Un momento della cerimonia
Un momento della cerimonia

«Oggi abbiamo preso possesso dell’ex Perla. Un bene che ritorna nel patrimonio dello Stato e che presto rivedrà la luce grazie ad un intervento straordinario che prevede la messa in sicurezza dell’intero edificio».

 


Lo afferma il sindaco di Cetraro, Ermanno Cennamo, che continua: «Una consegna nel rispetto delle normative Covid-19, che abbiamo presenziato insieme alle associazioni, alle forze politiche e alle forze dell’ordine. Grazie all’Ufficio Tecnico ed agli operai dell’Ufficio Manutenzione abbiamo potuto accedere allo storico edificio abbandonato, per troppo tempo, all’incuria ed al degrado».

 

«Insieme ai colleghi di giunta - aggiunge il primo cittadino - chiederemo formalmente, con apposito atto, che l’immobile diventi presidio di legalità e che venga intitolato al compianto Giannino Losardo (consigliere comunale e segretario capo della procura della Repubblica di Paola ucciso dalla mafia, ndr) che noi tutti ricordiamo come fulgido esempio di legalità».

Cos'è l'ex Perla

Il presidio territoriale di Libera “Lucio Ferrami”, in una nota, ricorda che «l’edificazione dell’immobile segnava l’inizio dell’ascesa criminale di una delle cosche criminali più efferate del tirreno cosentino che ha sede proprio nella cittadina tirrenica: la cosca Muto. Segno evidente di un potere che si era infiltrato nelle Istituzioni, nella Procura di Paola ed in quella di Cosenza, giacché il proprietario era il fratello dell’allora Procuratore della Repubblica di Cosenza Oreste Nicastro».

 

Ed ancora: «Erano anni in cui davvero in pochi avevano il coraggio di resistere e di lottare, la maggior parte di essi furono barbaramente assassinati dalla prepotenza mafiosa, come Lucio Ferrami e Giannino Losardo. Quest’ultimo, si complimentò con il Pretore Antonella Giannelli per il gesto del coraggioso sequestro, che venne subito minacciata di trasferimento ad altra sede se non avesse rimosso i sigilli proprio dal Procuratore Nicastro».

 

Sul Tirreno cosentino quelli eranno anni di fuoco: «In quei giorni, era il 21 giugno 1980, Giannino Losardo veniva assassinato dalla ’ndrangheta».

Il lungo iter giudiziario

«L’Hotel “La Perla” - fanno sapere ancora gli attivisti antimafia - vide nei mesi successivi il succedersi diverse fasi di giudizio che iniziarono subito in sede penale e si conclusero con la sentenza della Corte di Cassazione, che annullò, senza rinvio, le precedenti sentenze di condanna per intervenuta prescrizione del reato.

 

Quelle civili che iniziarono a far data dal 1985 si sono concluse definitivamente con la sentenza della Corte di Cassazione depositata nel mese di ottobre scorso che, finalmente, ha chiuso la lunga controversia circa la titolarità dell’immobile, riconoscendone la proprietà allo Stato. Anche in questa fase giudiziaria non  sono mancati condizionamenti e manomissioni dei documenti catastali per trarre in inganno il giudicante. Ciononostante, sebbene dopo un lungo lasso di tempo, giustizia è stata fatta!».   

 

La delusione della minoranza consiliare

Il gruppo politico di minoranza consiliare di Cetraro, Patto per il Futuro, ha commentato la vicenda lamentando di non essere stato coinvolto.

 

«Riteniamo questo avvenimento di portata storica per la nostra città ma, al contempo, dobbiamo manifestare tutta l’amarezza per non aver ricevuto alcun invito da parte dell’amministrazione comunale al fine di poter presenziare per rendere più istituzionale l’evento e dare allo stesso maggiore amplificazione».

L'infinita questione del mercato ittico

Il pretesto odierno serve su un piatto d'argento l’occasione per riaprire il dibattito sul mercato ittico, il localo adibito alla vendita del pesce nell'area del porto cittadino, che una volta il posto di comando della 'ndrina locale.

 

Da anni le istituzioni locali cercano di affidarne la gestione tramite bando pubblico, ma invano, perché le proposte non arrivano, forse per paura di ritorsioni, nonostante il colpo inferto al clan con l'inchiesta Frontiera.

 

«La vicenda deve essere posta al centro del dibattito con pari dignità rispetto ad altri temi. Chiediamo che il sindaco e la giunta focalizzino la propria attenzione su questa tematica che, dopo l’evento di oggi, assume ancor più valore simbolico per una prospettiva di sviluppo che può rendere Cetraro punto di riferimento per una gestione del mercato del pesce innovativa e, soprattutto, trasparente a vantaggio dei pescatori e del territorio. Il Gruppo Patto per il Futuro è pronto su questi temi a dare il proprio contributo in un clima di unità».

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