Chi è Girolamo Bruzzese, il collaboratore eccellente che si pentì per amore delle figlie

Figlio di Domenico Bruzzese, braccio destro di Teodoro Crea, decise di collaborare nel 2003. Ieri sera l’agguato al fratello Marcello a Pesaro dove si trovava insieme alla famiglia sottoposto a uno speciale programma di protezione

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di Angela  Panzera
26 dicembre 2018
11:57

Era il 2003 quando Girolamo Biagio Bruzzese decise di collaborare con la Dda di Reggio Calabria. Una scelta maturata durante la latitanza per amore delle sue due figlie che gli dissero di essere stanche di quella vita. Una vita vissuta da esponente di primo piano della cosca crea di Rizziconi, una delle più potenti della Piana di Gioia Tauro. Bruzzese infatti, era figlio di Domenico, braccio destro del mammasantissima Teodoro Crea, ucciso nel 1995 proprio a Rizziconi insieme al genero Antonio Madafferi. Un agguato mafioso in cui rimase ferito allo stomaco anche il fratello Marcello, ucciso ieri sera Pesaro.

 


Girolamo Bruzzese ereditò la leadership del padre, ma entrò in forte contrasto con Toro Crea. Arrivò persino a tentare di ucciderlo, sparandolo alla testa. Convinto di averlo ucciso, Bruzzese si era subito dopo presentato in caserma indicando ai carabinieri il luogo in cui avrebbero trovato il cadavere di Toro Crea. Il boss, però era vivo. Lo trovarono in fin di vita, ma riuscì a salvarsi nonostante le gravi ferite al capo. Questo tentato omicidio non fu perdonato dalla cosca. Pochi mesi dopo si registrò il pentimento di Bruzzese e nel febbraio del 2004 venne ucciso a Cittanova Giuseppe Femia, bracciante agricolo e suocero del neo collaboratore di giustizia.  Gli assassini gli hanno teso una trappola in aperta campagna, soprendendolo vicino ad un uliveto di sua proprietà, a poche decine di metri dalla strada provinciale che collega Cittanova con Polistena. Da subito gli investigatori ipotizzarono la vendetta trasversale. Era la ‘ndrina che “reagiva” alla scelta di Bruzzese di saltare il fosso.

 

La collaborazione di Bruzzese infatti, fu una delle più preziose per gli inquirenti e soprattutto per il pm Roberto Di Palma. Grazie anche alle sue dichiarazioni l’Antimafia dello Stretto eseguì l’operazione “Saline”, che vide in manette l’ex consigliere provinciale dell’Udc Pasquale Inzitari. Durante l’inchiesta Bruzzese riferì che Inizitari era il «referente politico dei Crea», aggiungendo che «non è stato affilato, ma era vicino alla cosca che lo appoggiava sistematicamente in occasione delle varie campagne elettorali al comune, alla provincia ed alla regione, per cui nel settore politico-amministrativo era affidabilissimo'». Sempre nell’ambito dell’indagine “Saline”, Bruzzese riferì su alcuni esponenti delle ‘ndrine Rugolo e Mammoliti. La sua collaborazione fu dettata proprio dalla frattura con Teodoro Crea per il progetto di quest'ultimo di uccidere uno dei figli di Saverio Mammoliti, come reazione contro la cosca Rugolo-Mammoliti. Ma Girolamo Bruzzese fu importante anche per la ricostruzione delle dinamiche mafiose all’interno cosca Crea ed in particolare delle pressioni sul Comune e sulla politica. È stato grazie a lui infatti che la Dda chiuse l’inchiesta “Toro”, ma anche quella chiamata “Devin” che portò alle condanne definitive per il boss Crea e per i suoi due figli.

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