Incubo viabilità

Chiusura Jonio-Tirreno, la sindaca di Siderno: «Cubani per la Sanità? Allora Occhiuto chiami i giapponesi per lavori celeri»

Vibrante lettera aperta di Mariateresa Fragomeni che protesta contro il programmato stop alla circolazione per 20 mesi: «Qualcuno pensa che questo territorio sia sacrificabile. Basta, la misura è colma, vogliamo risposte alle nostre istanze»

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di Redazione
22 luglio 2023
08:24
Mariateresa Fragomeni
Mariateresa Fragomeni

«Adesso è troppo, la misura è colma. Sulla chiusura della strada Jonio Tirreno pretendiamo risposte». È uno dei passaggi della vibrante lettera aperta firmata dal sindaco di Siderno, Mariateresa Fragomeni, che ha messo nero su bianco tutta la rabbia di una comunità alla quale si prospettano due anni di enormi disagi a causa della programmata chiusura da gennaio 2024 dell’unica arteria della Locride che collega le due coste calabresi. Uno stop che all’inizio doveva di poco più di due mesi e che ora, invece, dovrebbe durarne 20 per realizzare lavori infrastrutturali a due gallerie presenti sul tracciato.

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«Ancora una volta, c'è qualcuno che pensa che questo territorio sia sacrificabile, cancellabile con un colpo di penna - scrive Fragomeni - . Dopo avere tolto treni, desertificato mezzi di collegamento, mai completato arterie fondamentali e opere pubbliche, adesso si decide di chiudere per due anni l'unica strada che permette a questa zona di essere collegata con il resto della Calabria. Su questa vicenda vige una coltre di nebbia difficile da diradare: prima 3 mesi, poi 14, adesso addirittura 20 mesi di chiusura della Jonio Tirreno. Per fare quali lavori? Non è dato sapere! Da quella strada passano lavoratori, ambulanze, persone che devono raggiungere con urgenza ospedali hub come Catanzaro e Reggio Calabria, studenti che devono sostenere esami e costruirsi un futuro. Ci sono attività che saranno costrette alla chiusura forzata, perché da lì non passerà più nessuno. A tutte queste persone, diremo di aspettare venti mesi perché bisogna fare dei lavori di messa in sicurezza così urgenti e indifferibili che si possono addirittura programmare da gennaio 2024 in poi. Un traffico stimato di 120mila auto al mese che dovrà essere riversato su piccole e impervie strade provinciali».


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Da qui, la richiesta del primo cittadino di Siderno di maggiore trasparenza e una serie di domande ai principali protagonisti di questa storia. 
«Adesso però è troppo, la misura è colma! Pretendiamo di avere delle risposte. Da Anas, vogliamo sapere quali sono questi lavori urgenti che impediscono di tenere aperta la Jonio Tirreno. Ci mostrino i dati, i carotaggi, le misurazioni sulle quali si afferma che va messa in sicurezza quella galleria e che non è possibile farlo lavorando su chiusure notturne o su altre alternative. Pretendiamo di sapere quali sono le misure alternative. Pretendiamo, senza più tergiversare, di sapere qual è il progetto immediatamente esecutivo e cantierabile che ha portato alla decisione di chiudere un'arteria fondamentale».

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Infine, Fragomeni si rivolge anche a Regione e Governo, ai quali chiede «di non abbandonare questo territorio».
«Non lasciateci nell'isolamento - prosegue -. Non permettete ai figli di questa terra di svegliarsi la mattina e sentirsi figli di un dio minore. Non facciamo scoprire a questi ragazzi che in questi anni, dopo avere tagliato ferrovie, servizi, strade, non e' stato realizzato un piano di viabilità alternativa. Si sono temporaneamente affrontate le carenze di organico con i medici cubani: magari, se si può, il presidente Occhiuto chiami qualche grande ditta giapponese per rifare tutta la Jonio Tirreno in pochi mesi, il Governo assuma decisioni straordinarie e che so, valuti di utilizzare il genio militare. Si apra un confronto reale e concreto con tutti gli attori del territorio per individuare risorse e provvedimenti utili a sostenere famiglie ed imprese come nel periodo di crisi Covid. La nostra terra non gode dei diritti fondamentali previsti dalla Costituzione, le forze politiche e le Istituzioni devono affrontare questo enorme tema. Adesso è venuto il momento di difendere la Locride, serve lottare: dopo sarà troppo tardi».

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