Ciclisti travolti e uccisi a Lamezia, commemorazione annullata causa Covid

Il 5 dicembre saranno dieci anni dalla tragedia che costò la vita agli otto uomini. Corposo il cartellone messo su per l’anniversario e annullato per motivi di sicurezza

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di T. B.
26 ottobre 2020
06:33

Il coronavirus ferma la commemorazione degli otto ciclisti morti tragicamente a Lamezia Terme il 5 dicembre 2010. Dieci esatti quelli trascorsi e per i quali l’amministrazione comunale insieme ai consueti organizzatori della “Pedalata per la Sicurezza”, Raffaele Lamezia Next Atlas, Ciclo Club Lamezia e ASD Lamezia Bikers, con la collaborazione di Ciclismo Sicuro, aveva predisposto un ricco cartellone.


«Le nuove disposizioni ministeriali – spiega una nota partita da via Perugini- non consentono lo svolgimento delle manifestazioni che gli organizzatori avevano meticolosamente pensato e predisposto. Un percorso organizzativo iniziato mesi fa e che si era avvalso anche della condivisione in commissione consiliare Sport per poter svolgere in sintonia e ricchezza di confronto un partecipato decennale di informazione, comunicazione emotiva, ricordo affettivo».



«Il ricco cartellone che avrebbe avuto come inizio lo scorso 15 ottobre, con una conferenza di presentazione, si è visto improvvisamente oscurare le diverse tappe ma non la passione di chi, ogni giorno, testimonia la necessaria sensibilizzazione sul tema della sicurezza stradale. Una progettualità – dichiarano gli organizzatori – che non si fermerà ma che attenderà di poter liberamente esprimere la sua valenza sociale ed umana. Questa è solo una pausa che sta donando a tutti noi la possibilità di reinventare il percorso e continuare a lavorare per un “5 dicembre” diverso ma sempre di forte impatto per le coscienze ed i cuori».


Rosario Perri, Francesco Stranges, Vinicio Puppin, Giovanni Cannizzaro, Pasquale De Luca, Fortunato Bernardi, Domenico Palazzo e Domenico Strangis vennero falciati da una macchina mentre, come tutte le domeniche, da buoni amici e sportivi si dedicavano alla loro passione, il ciclismo. Alla guida del mezzo un giovane di origine marocchina che poi si scoprirà avere assunto sostanze psicotrope.


«A noi stessi ed a tutta la città – concludono – ricordiamo un pensiero del ciclista Francesco Moser: Prima ancora di vincere o perdere, il ciclismo è rispondere “Presente! Io ci sono” e noi tutti, insieme all’amministrazione comunale ci siamo, e saremo pronti a riprendere il cammino momentaneamente interrottosi».

Giornalista
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