’Ndrangheta a Corigliano Rossano, il boss Solimando esce assolto dal processo “Tribunale”: pesanti condanne per i suoi complici
Il superboss, già detenuto al 41-bis, esce innocente dall’ultimo processo, mentre il Tribunale di Castrovillari infligge pene severe ai suoi sodali per i reati del 2013 e 2014
In un esito che ha dell’incredibile, Filippo Solimando, già condannato in via definitiva per altri reati e detenuto in regime di 41-bis nel carcere di Cuneo da 9 anni, è stato assolto ieri pomeriggio nel processo in corso al Tribunale di Castrovillari.
Accusato di estorsione, Solimando è stato riconosciuto innocente «per non aver commesso il fatto». La difesa del superboss, rappresentata dagli avvocati Pasquale Di Iacovo e Rosetta Rago, ha dunque avuto successo nel far cadere l’ultima accusa a carico del loro assistito. Al contrario, i suoi coimputati, tutti legati alla ‘ndrangheta di Corigliano-Rossano, sono stati condannati con pene severe per reati risalenti agli anni 2013 e 2014.
Le condanne
Condannati Giovanni Arturi, detto ‘A vozza, 42 anni: 6 anni e 6 mesi di reclusione e 3 mila euro di multa; Giuseppe Sammarro, detto ‘U cardillu, 54 anni: 5 anni e 3 mesi di reclusione e 4.500 euro di multa; Luigi Sabino, 46 anni: 6 anni e 6 mesi di reclusione e 3 mila euro di multa; Giuseppe De Patto, detto ‘U mapputu, 32 anni: 7 anni e 6 mesi di reclusione e 5 mila euro di multa; Davide Lagano, 30 anni: 7 anni di reclusione e 4 mila euro di multa.
Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Francesco Paolo Oranges, Andrea Salcina, Sergio Rotundo e Antonio Pucci, che preannunziano ricorso in appello contro le condanne.
Il processo
Il processo, denominato "Tribunale", si è basato sull’ipotesi che il gruppo criminale avesse creato un vero e proprio “tribunale parallelo” alla giustizia dello Stato, con Solimando come “presidente”. Secondo l’accusa, questo organismo criminale valutava le condotte di altri delinquenti, infliggendo violente sanzioni fisiche, comprese aggressioni e minacce, per mantenere il controllo sul territorio. Le accuse erano supportate da intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che dalle testimonianze delle vittime.
Solimando, arrestato nel 2015 nell’ambito dell’operazione anti-‘ndrangheta “Gentlemen”, è attualmente detenuto al 41-bis per una condanna definitiva a 20 anni per associazione mafiosa e traffico di droga. Tuttavia, la sua situazione potrebbe cambiare: la revoca del regime di “carcere duro” potrebbe essere presto discussa. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni, e la difesa degli imputati ha già dichiarato che presenterà appello