Coronavirus, la Calabria tra le 5 regioni con l'indice di contagio più basso
L'ultimo monitoraggio del ministero: Rt vicino allo zero (0,13) e incidenza di 0,1 ogni 100mila abitanti. Situazione migliore solo in Basilicata, Piemonte, Val d'Aosta e Friuli. Dal 3 giugno riaprono i confini
Si riparte davvero e si riparte insieme (dal 3 giugno). Tutte le regioni italiane – secondo l'ultimo monitoraggio dell'Istituto superiore della Sanità e del ministero della Salute – hanno un Rt (indice di trasmissibilità del virus) sotto l'1, ma nel caso della Calabria la situazione è ancora più incoraggiante, visto che il dato relativo è vicinissimo allo zero (0,13).
L'ultimo monitoraggio
Il terzo report, che prende in esame la settimana tra il 18 e il 24 maggio, quella della riapertura di un gran numero di attività commerciali, ha spinto il governo a confermare la riapertura totale dell'Italia a partire dal 3 giugno, con la fine del blocco degli spostamenti da regione a regione.
La Calabria è una di quelle messe meglio in relazione sia all'incidenza del contagio, 0,1 per 100mila abitanti, sia all'indice di trasmissibilità, pari a 0,13, quinto miglior dato su tutto il territorio nazionale.
Hanno un Rt migliore solo la Basilicata (0), il Piemonte (0,5), la Valle d'Aosta (0,8) e il Friuli Venezia Giulia (0,9).
L'ultimo bollettino regionale diffuso dalla Regione Calabria conferma un trend confortante: oggi zero contagi e 902 guariti, in aumento rispetto a ieri, anche se si registra un nuovo decesso. Attualmente le persone positive sono 1.158.
Nessuna situazione critica
«Al momento in Italia non vengono riportate situazioni critiche relative all'epidemia di Covid-19», rilevano il ministero della Salute e l'Iss.
«I dati del monitoraggio – conferma il ministro Roberto Speranza – sono incoraggianti. I sacrifici importanti del lockdown hanno prodotto questi risultati. Dobbiamo continuare sulla strada intrapresa con gradualità e cautela».
Gli fa eco Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero: «Sono appena finiti i lavori della cabina di regia che ha esaminato i dati provenienti dalle Regioni italiane: il trend è buono pressoché in tutte le Regioni. Questo mostra che gli effetti del lockdown sono stati estremamente positivi. Naturalmente il virus continuerà a circolare per cui bisognerà continuare a tenere alta la guardia».
«Le misure di lockdown in Italia – scrive l’Iss – hanno effettivamente permesso un controllo dell’infezione da Covid-19 sul territorio nazionale pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus con incidenza molto diversa nelle 21 Regioni e Province autonome».
La situazione attuale, relativa all’inizio della prima fase di transizione, è dunque «complessivamente positiva. Permangono segnali di trasmissione con focolai nuovi segnalati che descrivono una situazione epidemiologicamente fluida in molte Regioni italiane. Questo richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico».
Per l’Istituto è poi «necessario continuare a rafforzare i servizi territoriali per la prevenzione e la risposta a Covid-19 per fronteggiare eventuali recrudescenze epidemiche».
Quanto all'incidenza settimanale, «rimane molto eterogenea» su tutto il territorio nazionale, considerato che in alcune Regioni «il numero di casi è ancora elevato denotando una situazione complessa ma in fase di controllo».
L'Iss raccomanda perciò cautela, «specialmente nel momento in cui dovesse aumentare per frequenza ed entità il movimento di persone sul territorio nazionale».
L'ultimo monitoraggio evidenzia inoltre che «non si registrano segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali ospedalieri sul territorio nazionale e si osservano livelli di resilienza in miglioramento».
Riaprono i confini regionali
Tutte le regioni si preparano dunque a riaprire i loro confini a partire dal 3 giugno, come confermato questa sera da Speranza al termine del vertice convocato dal premier Giuseppe Conte con tutti i capi delegazione della maggioranza.
La nuova fase non avrà bisogno di un nuovo Dpcm, dal momento che quello attualmente in vigore prevede il blocco degli spostamenti fino al 2 giugno.