Cosenza, con la moto sulle barriere: è polemica sulle responsabilità dell'impatto fatale

Dolore e sgomento per l'assurda morte di Giampiero Tarasi. Scintille tra il sindaco e i comitati cittadini. Pronto un esposto in Procura per chiedere l'apertura di una indagine

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di Salvatore Bruno
10 marzo 2021
16:39
Il manifesto affisso a Palazzo dei Bruzi
Il manifesto affisso a Palazzo dei Bruzi

Superato il primo momento di dolore e smarrimento, emerge un prepotente sentimento di rabbia tra i familiari, la fidanzata, gli amici di Giampiero Tarasi, rimasto ucciso sul colpo dopo essersi schiantato contro i new jersey, mentre percorreva a bordo della sua motocicletta, Via Portapiana verso Corso Vittorio Emanuele.

La dinamica dell’impatto

Una morte assurda, con ogni probabilità determinata dalla carenza della segnaletica stradale in un tratto chiuso al traffico da oltre un anno per pericolo di frana. Sui blocchi di cemento collocati trasversalmente alla carreggiata, non vi era alcun catarifrangente per cui nell'oscurità della sera, il 33enne soltanto all’ultimo momento si sarebbe accordo dell’imprevisto ostacolo. Secondo una prima ricostruzione della dinamica, Giampiero avrebbe tentato di frenare disperatamente e di sterzare. La manovra lo avrebbe disarcionato dalla due ruote e scaraventato violentemente contro la barriera.


Aperta una inchiesta

Sulla vicenda sarebbe già già pronto un esposto da depositare presso la Procura di Cosenza per l'apertura di una indagine, mentre si moltiplicano i commenti di esponenti della politica locale e di attivisti di alcune associazioni cittadini che già avevano puntato l’indice contro l’inerzia dell’amministrazione nell’intervenire su quella lingua d’asfalto da tempo priva delle necessarie manutenzioni. Un nemico in Comune, giustizia per Giampiero, si legge su uno striscione appeso all’ingresso di Palazzo dei Bruzi. Artefice dell’iniziativa uno dei leader del comitato Piazza Piccola, Stefano Catanzariti.

La reazione del sindaco

L’iniziativa non sarebbe stata gradita dal sindaco Mario Occhiuto che avrebbe minacciato querele. Sulla questione ha diffuso una nota il movimento Fridays For Future, di cui fa parte lo stesso Catanzariti: «Il nostro attivista – si legge nel documento - è colpevole di aver denunciato in un video che non solo Corso Vittorio Emanuele ma tante altre zone del centro storico presentano situazioni di estremo pericolo».

Non siamo sciacalli

«Il sindaco – puntualizzano - ha commentato sotto il post bollandoci come sciacalli che si esaltano nella proposta e inseguono sporchi interessi politici. Vorremmo rispondere per inciso, pubblicamente: gli unici interessi che difendiamo e abbiamo sempre difeso sono quelli delle persone che vivono e amano la nostra città. Non abbiamo alcun tornaconto personale. Se avessimo voluto guadagnare ci saremmo iscritti certamente ad uno dei partiti che mangiano da anni sulle nostre spalle».

Bisogna vederci chiaro

«Invece di minacciare querele, sintomo di un certo nervosismo – scrivono ancora gli esponenti del Fridays For Future rivolgendosi a Mario Occhiuto - auspichiamo che voglia vederci chiaro sul perché la barriera jersey non fosse segnalata mediante strisce alternate tracciate sull'ostacolo bianche rinfrangenti e nere, o ancora meglio bianche e rosse, come prescrive il codice della strada. Aggiungiamo – incalzano - che la minaccia di querela è un atto intimidatorio indegno: non abbiamo mai scritto che il sindaco di Cosenza abbia provocato l'incidente. Al contrario abbiamo detto e ribadiamo che l'Amministrazione comunale è moralmente responsabile della mancata messa in sicurezza».

La nota di Giacomo Mancini

«Aggiungo la mia voce a quella dei tanti che stanno chiedendo verità e giustizia per la morte di Giampiero Tarasi – scrive l’ex parlamentare - Non è stata una tragica fatalità. Sulla strada, sebbene fosse interrotta da più di un anno a causa di una frana, non sarebbe stata installata un’adeguata segnaletica. Né tantomeno le barriere sarebbero state illuminate e adeguatamente segnalate. Di questa situazione di pericolo associazioni di quartiere e cittadini si erano lamentati anche pubblicamente. Ma nessuno si è attivato. Bastava una normale diligenza per evitare questa tragedia. Adesso è tardi. Ma è giusto che le responsabilità vengano accertate. Lo si deve a Giampiero. Ai suoi genitori che piangono la scomparsa del loro unico figlio. Alla sua compagna e ai tantissimi che a Cosenza gli volevano bene».

Giornalista
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