Occupazioni abusive a Cosenza, a processo gli attivisti del Comitato Prendocasa

In sedici rinviati a giudizio con le accuse di associazione per delinquere, violenza privata e furto di energia elettrica. La replica dopo la notifica del decreto: «Continueremo a lottare per il riconoscimento dei diritti degli ultimi»

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di Salvatore Bruno
3 novembre 2020
13:42
Uno dei presidi dei Prendocasa davanti la Prefettura di Cosenza
Uno dei presidi dei Prendocasa davanti la Prefettura di Cosenza

Il Giudice per le Udienze Preliminari Letizia Benigno del tribunale di Cosenza ha rinviato a giudizio i sedici attivisti del Comitato Prendocasa, accusati dalla Procura a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all’invasione seriale di edifici pubblici e privati, violenza privata e furto di energia elettrica.

L'indagine condotta dalla Digos della questura

I reati sarebbero stati commessi in particolare, tra il 2016 ed il 2018, con le occupazioni del palazzo Aterp di Via Savoia e dell'ex Hotel Centrale. L'indagine, condotta dagli agenti della Digos della questura di Cosenza, è coordinata dal sostituto procuratore Antonio Bruno Tridico.


Un castello di sabbia

«Sapevamo bene - si legge in una nota a firma degli attivisti del Comitato - che, a fronte delle accuse che ci vengono mosse, nessun giudice si sarebbe preso la responsabilità di abbattere il castello di sabbia ordito dalla Procura della Repubblica di Cosenza. In questa fase di profonda crisi sanitaria, economica e sociale stanno emergendo in tutta la loro drammaticità i problemi che attanagliano la nostra terra, frutto di anni di cattiva gestione della politica calabrese, la vera associazione a delinquere che i tribunali dovrebbero perseguire».

Accuse ridicole e infamanti

«Come abbiamo sempre ribadito - si legge ancora nel comunicato - non sarà l’azione giudiziaria ad intimorirci, fermarci o isolarci. Continueremo, sempre con maggiore determinazione, a portare avanti in questa città le istanze degli ultimi e a lottare per il riconoscimento dei diritti di tutti e tutte. Dal prossimo 16 febbraio, data della prima udienza, ci difenderemo in Tribunale dalle assurde, ridicole e infamanti accuse che ci vengono mosse».

Giornalista
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