Covid, caccia alle varianti in Calabria: c’è il protocollo ma mancano i reagenti

In Calabria sarà il laboratorio dell'ospedale Pugliese a effettuare lo screening sui test risultati positivi il 3 febbraio scorso, così come stabilito dal ministero. Sotto la lente 85 tamponi ma i tempi sono ancora lunghi

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di Luana  Costa
12 febbraio 2021
16:41

Per ora l'unica direttiva pervenuta da Roma finalizzata alla rilevazione di eventuali mutazioni del Covid 19 nel territorio nazionale riguarda l'avvio di una indagine rapida. Una sorta di mappatura regione per regione al fine di verificare l'effettiva presenza e la diffusione delle varianti del virus. La circolare diramata dal ministero della Salute risale a lunedì e fornisce indicazioni chiare a tutte le regioni sul campionamento che successivamente servirà ad approntare eventuali misure di sanità pubblica.

In Calabria

Ogni regione è stata così chiamata ad analizzare un campione di tamponi già risultati positivi per rilevare la presenza di possibili casi di infezione contenenti mutazioni. Il range di riferimento sono i campioni diagnosticati il 4 e il 5 febbraio ma con data di prelievo risalente al giorno precedente (il 3 e il 4 febbraio). A titolo d'esempio, la circolare ministeriale riporta i dati comunicati dalla Calabria nel bollettino del 3 febbraio in cui si riferisce il rilevamento di 318 nuovi casi positivi. Il campione da analizzare riguarda solo una piccola percentuale, il ministero della Salute d'intesa con l'Istituto Superiore di Sanità ha assunto arbitrariamente una circolazione delle varianti del virus pari al 5%, da qui la necessità di processarne nuovamente 85 tamponi.


Il laboratorio di Catanzaro

Nella serata di mercoledì, pertanto, il delegato del soggetto attuatore per l'emergenza Covid in Calabria, Antonio Belcastro, ha investito del compito il laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro, incaricato di rianalizzare i tamponi risultati positivi nella giornata del 3 febbraio e ricercare le varianti. Una procedura piuttosto lenta e complessa che sfrutta una strumentazione specifica capace di mettere a confronto le sequenze di basi nucleotidiche che formano l'Rna del virus e rilevare le eventuali mutazioni. Il laboratorio di Microbiologia dell'ospedale Pugliese era già dotato delle attrezzature per effettuare questa tipologia di analisi, ma attende ora l'arrivo di altrettanto specifici reagenti in grado di evidenziare le varianti.

L'allarme del ministero

D'altronde, la variante inglese del virus è probabilmente destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi. Lo ha affermato il ministero della Salute, comunicando i risultati preliminari della 'flash survey' condotta dall'Iss e dal ministero insieme ai laboratori regionali, relativa alla diffusioni delle varianti in Italia.

Varianti sottostimate

È così probabile che anche in Calabria circolino già da tempo le varianti del Covid 19 senza, tuttavia, esser mai state rilevate proprio perchè finora mai era stato predisposto dal ministero della Salute uno screening apposito per ricercarle. Un quadro più preciso si avrà solo al termine dell'indagine che in ogni caso richiederà del tempo dal momento che il sequenziamento dell'rna del virus richiede almeno due giorni. E lo stesso processo deve essere replicato su 85 tamponi.

 

Giornalista
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